I cani parlanti della bergamasca (anche in Valle Brembana)

Nella bergamasca ci sono racconti che parlano di cani apparentemente comuni, che ad un certo punto iniziano a parlare lasciando completamente di stucco chiunque vi si trovi di fronte.
13 Ottobre 2020

Il cane, si sa, è fin dall’antichità il migliore amico dell’uomo. Mansueti o feroci, fanno parte da secoli di storie e leggende narrate dai nostri avi e giunte fino a noi. Anche in bergamasca se ne parla: qui, i racconti parlano di cani apparentemente comuni, ma che ad un certo punto iniziano a parlare lasciando completamente di stucco chiunque vi si trovi di fronte. Una storia arriva ad esempio dalla Valle Seriana, dove un boscaiolo di Alzano stava facendo ritorno a casa dopo una dura giornata di lavoro nei boschi di Gavarno.

La debole luce della luna rischiarava a malapena la mulattiera che stava attraversando con passo stanco. Ad un certo punto si trovò di fronte ad un bel cane dal folto pelo bianco, che scodinzolava e sembrava desideroso di fargli compagnia. Sorpreso ma tranquillo per l’atteggiamento docile dell’animale, il boscaiolo proseguì senza problemi per il suo cammino verso casa, mentre il suo nuovo amico peloso gli camminava attorno.

A pochi metri dall’uscio di casa e visto che il cane sembrava non volesse andarsene, il boscaiolo gli avvicinò una mano come per accarezzarlo. Ma l’animale, arrestandosi di colpo, lo fissò e aprendo la bocca gli chiese: “Che cosa vuoi da me?” prima di sparire nel buio della folta boscaglia che circondava il sentiero. L’uomo restò immobile, con il braccio ancora proteso in avanti, in preda ad un indicibile terrore.

Appena riprese senno di sé si precipitò verso casa, ma non ebbe abbastanza forze e cadde svenuto prima di varcarne la soglia. Fu ritrovato dai suoi parenti alcune ore più tardi, dopo che andarono a cercarlo preoccupati per l’insolito ritardo. Per ristabilirsi gli ci vollero mesi: il boscaiolo, da quel momento, non volle mai più attraversare quella strada per conto proprio. Un’altra storia simile viene raccontata in Valle Brembana. Qui il cane è portatore di bontà e di una missione di salvezza per una ragazzina, abbandonata nel bosco dalla matrigna. La storia, dal titolo “Ol cagnì” (“Il cagnolino”) è raccontata da un’anziana residente in dialetto bergamasco. Segue la traduzione.

Öna ölta gh’era öna tusa che la gh’era öna madrégna catìa, che la ga ülìa miga be. Ü dé la madrégna la ga dis a sta tusa: “‘Ndèm che ‘n va ‘n dèl bosc a per ciclamini!”. Quande chi è stade ‘n dèl bosc, cola scüsa dè ‘nda a èt ü laùr, la madrégna l’a lagà la tusa dè per le e l’è scapàda a ca. La tusa, piena dè pura, l’a cimà töta la sìra e l’a sircà la strada per turnà a ca, ma sensa truàla. Quande l’è sta nòcc, l’a truà öna baita e la gh’è riàda a ‘nda dè dét e l’a cumincià a dormé.

La matina la sét chi pica àla porta e töta spaentàda, la ‘a a èrs. ‘L gh’è dè fò ü cagnì, con d’ü fagutì ligà sö al còl, che ‘l ga dis: ” ‘L ma manda ol tò angel cüstòde dèl Paradìs, ta gh’é dè dé sö tre ave Marie che domà ‘l vé la Madona a töt, ‘n chesto fagutì gh’è ét öna fèta dè polénta, ü michét dè pà e ‘n po’ dè formài”. La matina dopo la sét chi ciàma fò dela baita, la ‘a a èt e la èt la Madona che la l’a istìda dè bianc, con d’ü nastro blö e la l’a portàda ‘n ciél”.

“Una vola c’era una ragazzina, che aveva una matrigna cattiva che non le voleva affatto bene. Un giorno la matrigna disse alla figliastra: “Andiamo a raccogliere ciclamini nel bosco insieme!”. Quando arrivarono nel bosco, con la scusa di andare a vedere qualcosa, la matrigna abbandonò la ragazzina tutta sola e scappò a casa. La piccola, piena di paura, chiamò per tutta la sera e cercò senza successo la strada di ritorno a casa. Quando giunse la notte, trovò una baita e una volta entrata si addormentò.

La mattina seguente fu svegliata da qualcuno che picchiava alla porta e, tutta spaventata, si alzò a vedere. Sull’uscio c’era un cagnolino con un fagottino legato al collo, che le disse: “Mi manda il tuo angelo custode dal Paradiso, devi dire tre Ave Maria e domani verrà la Madonna a prenderti. In questo fagottino ci sono una fetta di polenta, un panino e un po’ di formaggi”. La mattina seguente la ragazzina sentì chiamare fuori dalla baita e andò a vedere. Lì c’era la Madonna che, vestita di bianco e con un nastro blu, la portò in cielo”.

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