Prima della costruzione della diga, i Laghi Gemelli – nel Comune di Branzi – erano proprio “gemelli”, ossia due limpidi specchi d'acqua separati da una lingua di terra e circondati da un panorama montagnoso mozzafiato. Attorno alla loro origine, avvolta nel mistero, nacque una leggenda per la verità triste, ma riflesso di una dura realtà e di una cultura allineati ai tempi in cui è scaturita.
C'era un ricco possidente di Branzi che aveva una giovane figlia, innamorata di un pastorello della Val Taleggio, che a sua volta ricambiava il sentimento. Il ragazzo non aveva un lavoro fisso: ogni anno era costretto ad andare in cerca di una mansione da svolgere, facendosi affidare dai mandriani della zona i propri capi per portarli a pascolare in alta Valle Brembana. Il padre, consapevole di tutto ciò, decise di troncare sul nascere i primi germogli di questo amore e promise sposa la propria figliola ad un proprietario di fucine in Val Fondra: maturo e per niente gradevole, ma ricco ed influente in tutta la zona.
La ragazza lottò con tutte le sue forze contro questa decisione, ma il genitore rimase fermo nella propria posizione e così la giovane si rassegnò a dover convolare a nozze con un uomo che non amava e con cui avrebbe dovuto passare il resto della sua vita. Mentre il giorno del matrimonio si avvicinava, la ragazza si lasciò andare: passava le proprie monotone giornate chiuse in camera fissando il vuoto, smise completamente di mangiare e diede i primi segni di squilibrio mentale. Tutto il giorno pensava al suo pastore, che nel frattempo aveva ricevuto le minacce del padre di non avvicinarsi mai più a Branzi, se avesse avuto cara la vita.
Il padre, preoccupato per la propria figlia, raggiunse ed interpellò ogni medico della Valle e non solo, si consultò addirittura con i dottori della lontana Bergamo, senza trovare soluzione alcuna. Un giorno, a casa della famiglia si presentò un medico molto giovane e vestito in modo non propriamente professionale, un po' dimesso e disordinato a dire la verità. Un po' scettico ma esausto, l'uomo decise comunque di fare un tentativo e di permettere al giovanotto di visitare la figliola. Incredibilmente, la ragazza cominciò a migliorare giorno dopo giorno, ritornò a mangiare e sembrava essere tornata la giovane di un tempo. Nessuna cura miracolosa: il fantomatico dottore altri non era che il pastorello di cui lei era invaghita che, sfruttando il travestimento, riusciva così a passare interi pomeriggi insieme alla sua amata.
Ma la pressione di essere scoperti era troppa, così insieme decisero di fuggire per coronare il loro amore lontano dalla Valle Brembana. Preparato un fagotto con poche cose, una notte lasciarono Branzi di nascosto, decidendo di arrampicarsi per le strade tortuose di montagna nella speranza di non essere scoperti. Percorsero il sentiero della Val Borleggia, fino a raggiungere il Piano delle Casere, ma ad un certo punto udirono in lontananza i rintocchi del campanile del paese: la loro fuga era stata scoperta. Disperati, ripresero a camminare a passi molto veloci, quasi correndo, ma ad un certo punto la ragazza scivolò e batté la testa, rimanendo a terra incosciente.
Il giovane pastore provò a farla tornare in sé, ma il tempo stringeva e già si udivano in lontananza le persone mandate a cercarli. Prese così la ragazza fra le sue braccia e, incurante dei pericoli, iniziò a correre per il monte Farno. Complice il buio fitto, si perse nel sentiero e si ritrovò in un luogo scosceso e per niente praticabile. Un passo incerto gli costò caro: scivolò sulla ghiaia e, stringendo la sua amata in un ultimo abbraccio, caddero insieme in fondo ad un precipizio. Dove finirono i loro
corpi, si aprirono due conche circolari da cui cominciò a sgorgare e zampillare l'acqua, dando così vita ai Laghi Gemelli. Ora la costruzione della diga ha fuso i due specchi d'acqua in un unico bacino, ma si potrebbe romanticamente pensare che, finalmente, questo abbia permesso ai due giovani innamorati di riunirsi per l'eternità.
(Fonte immagine in evidenza: laghettialpini.com)