In un'epoca in cui l'illuminazione pubblica non esisteva, le notti erano più buie che mai. A fare luce sui sentieri delle nostre valli era solamente la luna, quando si mostrava, accompagnata dal suo manto di stelle scintillanti fra le tenebre. Anche Zogno era collegata alle sue frazioni da diverse vie: fra queste c'era anche la strada che risaliva a Poscante. A quel tempo, il sentiero altri non era che una mulattiera, intervallata da tre santelle e avvolta dalle fitte fronde del bosco che le donavano un aspetto cupo ed inquietante a chiunque, viandante e non, passasse per di lì dopo il calar del sole.
In una tarda e limpida sera d'autunno, un anziano abitante di Poscante stava risalendo per il paese attraversando la boscosa via. Nonostante la sua età, si sentiva ugualmente inquietato e pervaso dall'ansia, come se qualcosa lo spingesse ad andarsene il più velocemente possibile da quel luogo. Allungando il passo e guardandosi intorno freneticamente, la sua inquietudine aumentò quando, improvvisamente, si alzò una foschia che avvolse tutto intorno e lo costrinse a stringersi ancora di più nel suo tabarro nero.
Giunto all'altezza della prima santella vide, con stupore, una figura inginocchiata intenta a recitare strane preghiere. Dall'apparenza, sembrava essere un prete. Il vecchio lo salutò ma non ricevette risposta, così lo superò senza voltarsi indietro, pieno di inquietudine, ma continuando a rimuginare fra sé e sé sull'incontro appena avuto. Con sua enorme sorpresa, giunto alla seconda santella, ecco di nuovo lo stesso prete: in ginocchio, assorto in preghiere, non rispose nuovamente al saluto.
A quel punto, l'anziano signore era terrorizzato e riprese la strada quasi correndo. Ma in prossimità della terza santella, la nebbia salì a dismisura e divenne talmente fitta da creare un muro di visibilità. Una raffica di vento lo colpì insieme alle fronde degli alberi, quel tanto che bastava per farlo spaventare ancor di più. Proseguì a tentoni e, giunto alla terza ed ultima santella, eccolo lì: immobile, avvolto nella tonaca nera, a recitare litanie incomprensibili.
L'uomo si fermò, pieno di paura, e facendosi coraggio si avvicinò alla misteriosa figura, che finalmente si voltò. Lo spettacolo che si trovò davanti fece letteralmente gelare il sangue nelle vene: sotto gli abiti scuri c'era uno scheletro. La figura spettrale si alzò e consegnò all'uomo, che stava soffocando con fatica grida di terrore, una lettera sgualcita indirizzata al parroco di Poscante. Senza dire nulla si voltò e sparì nella nebbia.
Il pover'uomo corse con tutto il fiato che aveva in corpo dal parroco che aprì la busta. Al suo interno c'era un foglio bianco, su cui comparvero delle parole che svanirono subito dopo. Smunto, spaventato e preoccupato, il vecchio chiese spiegazioni, ma il parroco lo tranquillizzò: la figura altri non era che lo spettro di un sacerdote, che aveva bisogno di preghiere e opere buone sia per se stesso che per tutti gli altri defunti del paese.
(Fonte immagine in evidenza: ifantasmi.it)