Spesso lo sport è un affare di famiglia, una passione che si respira fin da piccoli e che diventa parte della propria vita. Per Martina Crippa, cestista a soli 16 anni, la palla a spicchi è una vecchia amica di infanzia. “Sono di Almenno San Bartolomeo e ho iniziato con il basket quando avevo 5 anni, diciamo che lo praticavo anche prima, dato che ho un fratello più grande che giocava a molti anni, a casa giocavo con lui. Ho cominciato nella squadra di Almenno San Bartolomeo con i miei compagni di classe, poi la cosa è andata avanti. Quando avevo 12 anni sono passata all’Ororosa, una squadra tutta femminile di Bergamo dove gioco ancora con tutte le mie amiche e le mie compagne. L’anno prossimo farò sia il campionato under 17, che quello under 19 e farò anche il campionato di Serie D ad Albino: è una competizione nazionale e noi siamo nel girone lombardo”.
Non solo club, per Martina c’è anche la soddisfazione di aver indossato da poco la maglia azzurra. “Sono tornata pochi giorni dalla Nazionale Under 16. Ho saputo della convocazione 2 settimane prima di partire, è stato molto bello ovviamente. Sono partita il 25 luglio per Rieti, ci siamo incontrate e abbiamo fatto subito allenamento, a Rieti è stato il periodo più faticoso, ci allenavamo tanto e molto a lungo per la preparazione atletica. Poi siamo andate a Grottaferrata per un torneo di preparazione, che è andato un po’ così, ma era un modo per conoscerci meglio, venivamo tutte da diverse squadre e non ci eravamo mai incontrate. Da lì siamo andate a Pomezia e hanno dato i nomi delle 12 su 16 che avrebbero preso parte all’Europeo e siamo volate in Portogallo per giocarlo”.
Una competizione dura, come spiega Martina. “Le prime partite sono state un po’ difficili, anche per ambientarsi, era una cosa nuova a un livello internazionale, anche le qualità tecniche e fisiche erano un’altra cosa rispetto a quelle cui eravamo abituate” racconta “anche solo conoscerci meglio non è stato semplice. Le ultime gare mi sono sentita più partecipe e sento di aver dato di più. Sicuramente è stata un’esperienza utile, penso di aver imparato tanto sia come giocatrice che come persona, è stato molto bello, era la prima volta per tutta la squadra”.
A proposito di squadra, Martina ci spiega il proprio ruolo. “Io gioco da 3 e da 4, sarebbe la seconda lunga, posso impostare, giocare da esterna o tirare. Del basket mi piace molto il gioco di squadra, stare insieme alle compagne, sia nelle vittorie che nelle sconfitte, anche fuori dalla palestra. Il gioco mi appassiona molto, chiaro, ma poi c’è il rapporto con gli altri, che può essere fermarsi dopo l’allenamento per giocare per conto nostro: conosco le mie compagne da 4 anni perché con il Covid il gruppo è rimasto lo stesso, dunque siamo affiatate”.
La vita sportiva, però, non è l’unica a richiedere sacrificio e dedizione. “Organizzarsi con la scuola non è molto facile. Quest’anno, a volte, iniziavo le lezioni alle 10, così mi svegliavo prima per studiare e fare i compiti anche per il giorno stesso. Andavo a scuola, tornavo magari all’una, pranzavo e poi dovevo fare subito i compiti perché in serata avevo allenamento e dovevo portarmi avanti, tornavo a casa per le 7 e mezza e dopo cena magari avevo qualche compito. Studio scienze applicate ed è comunque un liceo, richiede impegno. Non sempre i prof tengono conto anche dello sport, sono comunque 4 allenamenti durante la settimana e più 2 partite perché faccio il doppio campionato”.
Nonostante i ritmi alti, Martina vede il parquet davanti a sé. “Io penso di continuare perché è una cosa che mia piace tantissimo fare. Continuerò anche a studiare: anche se diventerò professionista, a 35 anni dovrò smettere di giocare e mi servirà una base per tutto quello che farò dopo. Per ora penso di restare all’Ororosa, abbiamo una squadra di buon livello, l’anno scorso sia nell’Under 17 che 19 siamo arrivate in finale nazionale, mi trovo molto bene con le mie compagne, in futuro si vedrà”.