Massimo Bergamelli, il Re delle bocce: “Non è uno sport da anziani, a Zogno i giovani ci giocano”

In carriera ha vinto oltre 300 trofei, negli ultimi tre anni con la Caccialanza di Milano ha vinto la serie A nel 2021 e nel 2022, poi una Supercoppa italiana, una Coppa Italia e la prima edizione della Champions League.
10 Febbraio 2023

C’è un campione europeo di bocce in Valle Brembana. È Massimo Bergamelli, vera icona di uno sport per troppo tempo considerato “da anziani”: basta ascoltare la sua storia per capire che non è affatto così, dietro il boccino si nasconde un mondo. “Sono di Zogno, ho 58 anni, e gioco a bocce da quando ne avevo nove. I miei genitori gestivano il bar alla bocciofila zognese. Trovandomi lì ho cominciato a giocare ed è nata la passione, trasmessa da mio papà, giocatore anche lui. Fino a 18 anni è andata un po’ così così, non c’erano tanti tornei per bambini, dunque io giocavo anche a calcio. Nelle bocce ho vinto subito un torneo, ma mancava un vero movimento giovanile. Dai diciannove anni, invece, ho cominciato a giocare in maniera più stabile, 50 sabati e domeniche l’anno sempre in giro a giocare. Sembra uno sport da anziani, ma fatto a livelli alti è un’altra cosa, impegnativo come tutti gli altri sport”.

La carriera di Massimo segue un crescendo lungo decenni, fatto di tante squadre e anche tanti successi. “Sono partito con la bocciofila locale zognese, ho cambiato 3 o 4 squadre in Bergamasca, arrivando a giocare a Bergamo per 10 anni, con i primi risultati importanti. Poi mi sono spostato a Ranica e a Tagliuno, lì con la società abbiamo vinto due campionati italiani nella categoria libera e un torneo internazionale a Lugano. Gli ultimi tre anni ho giocato alla Caccialanza di Milano, dove mi si è aperto un mondo. Giochiamo la Serie A, abbiamo vinto il titolo nel 2021 e nel 2022, poi una Supercoppa italiana, una Coppa Italia e la prima edizione della Champions League alla fine dello scorso anno; adesso partecipiamo al campionato italiano 2023”.

Una sfilza di trofei impressionante e Massimo non può che essere contento della propria bacheca, anche se non si scorda qual è l’ingrediente fondamentale per un successo sportivo: “Io sono molto soddisfatto, nell’arco della carriera credo di aver vinto più di 300 tornei e due campionati regionali, ma occorre sempre avere alle spalle una famiglia. La mia mia ha supportato molto, serve sempre un sostegno e loro mi hanno aiutato tanto”.

Lo stesso aiuto che il nostro cerca di trasmettere a chi, oggi, si avvicina a questo sport. “Tramite la bocciofila zognese mi dedico anche ai ragazzi, ne ho 5-6 che seguo perché vogliono imparare a giocare. Io vorrei dare a loro quello che le bocce hanno dato a me, provo a farli crescere sportivamente e mi dà molte soddisfazioni”.

Massimo può avvalersi di una lunga esperienza: “Sono tanti anni che gioco, sono il più anziano della mia squadra, dove ci sono campioni del mondo. Arriverà anche il giorno del ritiro, prima o poi ci sarà. Purtroppo, il nostro è ancora visto come sport di anziani, almeno dalle nostre parti, dall’Emilia in giù è più diffuso tra i giovani. Tanti tornei sono individuali, dunque vincerli è una  soddisfazione personale, ma qua a Milano stiamo vincendo in gruppo, gioco con gente forte e sto concludendo la mia carriera in una squadra molto forte, solo il pensiero di esserne parte mi ripaga dei sacrifici, è la famosa ciliegina sulla torta. Dopo tanti anni, qualcuno di così importante mi ha cercato, è come finire nella Juventus per il calcio”.

Tanta soddisfazione, dunque, ma anche tanti sacrifici“Come in tutti gli sport, ci vuole la tenacia, ci sono momenti molto negativi, non sempre si vince. Una volta sono andato a Bologna per un torneo, ho perso la prima partita in 15 minuti e sono tornato a casa. È uno sport di concentrazione, su campi di 28 metri colpire una boccia non è proprio facile”. Nel corso di questi decenni di attività agonistica, qualcosa non è cambiato. “A livello di diffusione giovanile non ce n’è stata molta, ma qua a Zogno a volte arrivano dei giovani a giocare, magari senza regole, ma dà soddisfazione vederli. Tanto ha fatto per la mia carriera il bocciodromo di Zogno, è molto comodo e mi serve per allenarmi. Quello e il sacrificio sono le cose che servono per arrivare a qualcosa di importante, non solo sportivo. Io ho conosciuto gente di tutta Italia, vedere che persone più forti ti rispettano significa che qualcosa di importante lo hai fatto”.

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Bergamelli con la sua squadre in posa per la vittoria della Champions

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