‘Occhio al sociale’ con ASC Imagna-Villa: scopriamo l’area fragilità

Con questa nuova rubrica racconteremo quali sono, nel concreto, le attività in ambito sociale messe in campo dall'Azienda Speciale Consortile Valle Imagna-Villa d'Almè, l'ente che gestisce gli interventi sociali nell'ambito Imagna-Villa.
15 Maggio 2018

Con questa nuova rubrica, “Occhio al sociale” racconteremo quali sono, nel concreto, le attività in ambito sociale messa in campo dall'Azienda Speciale Consortile Valle Imagna-Villa d'Almè, l'ente che gestisce gli interventi sociali nell'Ambito territoriale che comprende i comuni di: Brumano, Fuipiano Imagna, Locatello, Corna Imagna, Berbenno, Rota d'Imagna, Costa Imagna, Sant'Omobono Terme, Bedulita, Capizzone, Strozza, Roncola, Almenno San Salvatore, Almenno San Bartolomeo, Palazzago, Barzana, Villa d'Almè, Almè, Paladina, Valbrembo.

In questa prima puntata siamo andati ad intervistare Francesca Carminati, 28 anni, di Almè, referente dell'Area Fragilità per l'Azienda Speciale Consortile Valle Imagna-Villa d'Almè. Francesca si è laureata in Servizio Sociale (triennale) nel 2012 e lavora in diversi Comuni della Valle Imagna dal 2013. Si occupo di quest'area per l'ASC da aprile 2017.

Francesca, cosa si intende con “fragilità”? A chi è rivolta, e quali sono le azioni che mettete in campo come ASC Valle Imagna – Villa d'Almè?

All'interno di quest'area sono ricomprese diverse accezioni del termine “fragilità”: la persona si definisce fragile per la mancanza di un'attività lavorativa reiterata nel tempo, per la presenza di un componente con disabilità (in questo caso il termine nucleo fragile è appunto riferibile all'intero nucleo familiare, perchè spesso la necessità di sostegno è tanto del disabile, quanto del care giver); ricomprendiamo all'interno di quest'area anche le persone anziane con vari gradi di bisogni socio assistenziali, a volte prive del sostegno familiare.

Di che aiuto hanno bisogno maggiormente queste persone?

L'Azienda Speciale Consortile mette in campo una serie di dispositivi, sempre in stretta connessione col territorio (servizio sociale comunale, Presidio ASST, servizi specialsitici ecc..) legate alle varie tipologie di fragilità a cui fa riferimento quest'area: ci sono sostegni al reddito (Buoni Lavoro), attivazione di progetti Socio Occupazionali per persone con disabilità, e sostegni che dipendono da risorse statali e regionali quali il Fondo Non Autosufficienza, il recente Fondo Dopo di noi e Il Reddito di Inclusione per i soggetti in povertà. Tali fondi vengono declinati di anno in anno, all'interno di un piano operativo che tiene conto delle necessità specifiche del territorio.

Ci sono differenze fra i casi che seguite in Valle Imagna e nei pasi dell'hinterland?

Come accennato prima, trattandosi di un'area estremamente variegata, è complesso fare discorsi troppo generali in merito. Nell'area della disabilità e Non Autosufficienza, spesso il care giver di riferimento necessita di sostegno quanto la persona interessata, e bisogna trovare la giusta modalità di supportare il nucleo familiare nella sua interezza. Per quanto riguarda l'area legata più al disagio economico, al di là del mero contributo, il bisogno di queste persone è spesso quello di tornare a mettersi in gioco.

Quali sono le principali difficoltà che vi trovate più spesso ad affrontare nel vostro lavoro?

Seguendo anche alcuni Comuni come A.S. di riferimento (ma di riflesso percepisco questa difficoltà anche nel mio ruolo in Azienda, in quanto vengo a contatto con i colleghi dell'Ambito che hanno vissuti simili), posso dire che la principale difficoltà spesso è quella di trovare una risposta 'adeguata' alle necessità e ai bisogni dell'utenza; magari non strettamente per mancanza di risorse, ma più frequentemente per una complessità delle problematiche sociali così ampia, che individuare con la persona interessata una risposta adeguata al suo bisogno (e che la accompagni poi nel suo percorso di vita, che non risponda solo ad una necessità contingente), è sempre più complesso.

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