Padre Mauro Mosca, una vita da missionario: 37 anni tra Senegal e Camerun

Padre Mauro Mosca, 65enne originario di San Pellegrino Terme, ha dedicato la sua vita alle missioni: prima in Senegal, dove è stato 18 anni, poi in Camerun per altri 19.
28 Maggio 2024

Un missionario sente il bisogno di allontanarsi da casa per aiutare gli altri e per insegnare e diffondere la conoscenza di una religione. Oggi vi raccontiamo la storia di un sacerdote che, da ormai molti anni, è in missione: stiamo parlando di padre Mauro Mosca, prete 65enne originario di San Pellegrino Terme, diventato sacerdote l’8 ottobre 1983.

“Ciò che mi ha fatto capire che avrei voluto fare il sacerdote si è manifestato quando avevo circa 11 anni a causa di un’esperienza molto forte che ho vissuto in quel periodo: le morti di don Lorenzo Dossi e don Giuseppe Falconi (scomparsi entrambi nel novembre 1967 ndr), che sono stati rispettivamente curato e parroco all’interno della cittadina dove sono cresciuto: San Pellegrino Terme. Questa è stata la scintilla che mi ha spinto ad entrare in Seminario ed iniziare questo cammino progressivo e spirituale”– racconta Padre Mauro. – Dopo le scuole medie ho frequentato il Liceo Classico del Seminario Diocesano di Bergamo e, successivamente, mi son laureato in Teologia a San Benedetto del Tronto.

Durante il suo racconto, il sacerdote sanpellegrinese ci ha rivelato che il voler prestare servizio in missione a contatto con i più bisognosi è una cosa nata molti anni fa: “Tutto è iniziato tramite delle animazioni che facevano i Missionari durante il nostro noviziato. Prima di diventar preti si fa un orientamento, ed io ho scelto di esser disponibile nelle Missioni. Tutta la mia vita sacerdotale coincide con tutta la mia vita missionaria. A giugno 1984, dopo aver fatto alcuni mesi di preparazione, sono partito per la mia prima missione in Africa Occidentale, nello Stato del Senegal, che è durata ben 18 anni”.

Dopo quella prima esperienza, nel 2002 Padre Mauro è tornato in patria e Roma ha conseguito una licenza di “Teologia Biblica” presso l’Angelicum (Pontificia Università di San Tommaso d’Aquino) che si trova appunto nella cosiddetta “Città Eterna”. Alcuni anni dopo, più precisamente il 13 luglio 2018, il sacerdote ha fatto ritorno nella cittadina dove è cresciuto perché il Comune di San Pellegrino Terme gli ha consegnato una targa in occasione del suo 35°esimo anniversario di ordinazione sacerdotale.

“In quello stesso periodo mi è stata chiesta una disponibilità per una nuova fondazione missionaria in Camerun (Stato che si trova nell’Africa Centrale) dove sono stato lì per 19 anni fino a Settembre 2023. In queste due Missioni mi sono occupato di varie cose. In Senegal il lavoro era essenzialmente di tipo Pastorale: sono stato curato e poi parroco di una Parrocchia vicino alla capitale Dakar. In Camerun, invece, ero stato chiamato per iniziare questa nuova esperienza all’interno della novella fondazione missionaria con l’intento di aiutare per la formazione dei giovani seminaristi ed occuparmi di vari progetti che riguardavano lo sviluppo della Missione – continua – Oggi invece non sto prestando servizio in qualche missione, ma mi son preso una specie di anno sabbatico durante il quale sto frequentando dei corsi di aggiornamento biblico”.

Dato che è un Padre Missionario, il prete sanpellegrinese è spesso lontano dall’Italia e dalla Valle Brembana“Onestamente non mi è mai capitato di sentire nostalgia per San Pellegrino, nonostante mi piace tornarci volentieri: ad esempio, quest’anno son tornato qui verso fine estate, dove l’1 ottobre sono salito all’antico borgo di Sussia per celebrare una Santa Messa in occasione della ‘Festa di San Michele’, ed infine durante le Feste Natalizie e per i miei 40 anni di sacerdozio che ho festeggiato lo scorso anno. Se devo esser sincero mi manca di più l’Africa, in particolare Senegal e Camerun dove sono stato missionario”.

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