Patrice, il belga perdutamente innamorato della Valle Imagna: “Qui la miglior casa della mia vita”

Patrice Claes, di origine belga, ci racconta di una Rota d'Imagna genuina, vista dagli occhi di chi ha riscoperto la propria dimensione fra i paesaggi mozzafiato ed il tintinnio leggero dei campanacci che in estate risuonano in un afoso silenzio.
8 Dicembre 2021

A Patrice Claes l’Italia piace, e anche molto. Ma a catturare il suo cuore è stata soprattutto la Valle Imagna: i suoi paesaggi verdeggianti, la buona cucina e quella sincera accoglienza che soltanto i valdimagnini sanno dare. 64 anni (quasi 65) e originario del Belgio, Patrice quattro anni fa è giunto in Italia, a Pavia, e soltanto lo scorso anno è “approdato” a Rota d’Imagna. “Perché proprio qui? Beh, un barbiere che conosco mi raccontò di avere una casa a Rota, dove passava i weekend e le vacanze. Il suo motto era “qui si sta bene” – racconta Patrice – Mi sono incuriosito. Avevo preso in affitto delle baite sul Lago di Como, uno dei miei luoghi preferiti, ma mi sono detto che, forse, poteva essere interessante scoprire anche questa Valle Imagna di cui tanto avevo sentito parlare. Ciò che non avevo previsto è che qui mi sarei trovato davvero bene. Talmente tanto da trasferirmi definitivamente”.

Prima dell’Italia, Patrice è stato in Germania e successivamente in Francia dove ha vissuto per ben venticinque anni lavorando come commerciale e rappresentante. In Italia, prima del pensionamento, ha invece gestito una rete di negozi di rappresentanti in tutto lo Stivale, isole comprese. Rota d’Imagna – e più in generale tutta la Valle – gli ha davvero rubato il cuore, “la migliore fra le case che ho avuto in tutta la mia vita” ci tiene a sottolineare il 64enne, ora pensionato, che in quest’anno da residente ha avuto la possibilità di conoscere ed entrare a diretto contatto con il tessuto sociale e territoriale valdimagnino. Scoprendo cose incredibili.

“L’accoglienza è la caratteristica che ho trovato qui in Valle – racconta Patrice – La gente è molto accogliente e gentile. Se fai una camminata ti salutano tutti, ti chiedono come stai. L’interazione sociale è molto più semplice qui che, ad esempio, in Francia. Ho fatto tante camminate attorno al paese, visitando Sant’Omobono, Fuipiano, Brumano e tutti i paesi limitrofi. Poi, e questo è molto importante, qui si mangia benissimo. Casoncelli, polenta, ma anche pizzoccheri e tutti quei prodotti genuini tipici di queste terre”. In questo primo “anno valdimagnino”, Patrice ha stretto amicizia con le persone del posto, che lo hanno accolto con sincera ospitalità. E ci racconta di una Rota d’Imagna genuina, vista dagli occhi di chi ha riscoperto la propria dimensione fra i paesaggi mozzafiato ed il tintinnio leggero dei campanacci che in estate risuonano in un afoso silenzio.

“L’Italia oggi rappresenta in Europa l’unico paese dove c’è ancora un’anima, che all’estero è forse un po’ scomparsa – spiega il belga – L’anima dei genitori, il calore delle famiglie, anche se per uno straniero come me non è facile entrarvi”. Alla domanda se gli manchi mai il Belgio, Patrice ha le idee chiare: “A dire il vero, no. Là vivono mia figlia e i miei due nipoti, ho anche un figlio che abita in Francia. Sono dell’idea che i genitori debbano lasciare liberi i propri figli di vivere la loro vita. Per questo motivo mi sono trasferito in Italia, anche se non pensavo onestamente che avrei vissuto la mia vecchiaia qui. La differenza è che in Belgio è un piccolo Paese molto concentrato su se stesso, mentre l’Italia offre spazi molto aperti, come appunto la Valle Imagna, dove poter vivere in completa tranquillità”.

Nelle parole di Patrice si legge un amore sincero per queste terre, seppur con una nota dolente: la piaga dello spopolamento, che da tempo mina profondamente allo sviluppo di certi territori. “Certo, sarebbe bello vedere le case più abitate. C’è un po’ di malinconia, un ricordo alla vita che non c’è più. Ma posso affermare con certezza che si tratta di un fenomeno non strettamente circoscritto alla Valle Imagna o all’Italia in generale, ma che si verifica anche altrove. Purtroppo è un problema con cui tutti devono fare i conti”. Nonostante ciò, Patrice resta convinto della bellezza di questi luoghi.

“La Valle Imagna, così come la Valle Brembana o la Valtellina, sono spesso posti un po’ sottovalutati. Ma non è affatto da sottovalutare il piacere di visitare queste bellissime valli – conclude – Passeggiare qui è veramente bello, c’è tanta tranquillità e si mangia benissimo. Come belga che ha vissuto per tanto tempo in Francia, non vedo onestamente dei lati negativi. Questi territori hanno delle basi solide per una rinascita e continuare ad andare avanti, ma deve venire dall’impegno di tutte le persone di buona volontà. Il potenziale c’è: bisogna saperlo sfruttare”.

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Commenti:
  1. Andreina Capelli mamma berbennese Daina Giulia, residente sposata a Gualdo Tadino PG Umbria ha detto:

    Bravo a Patrice.
    Non ricordavo aver registrato questa intervista, e rileggendola dopo un anno, mi fa molto piacere.

  2. Testimonianza toccante che invita alla riscoperta di genuinità umane e vitali conservate nella tradizione. La valle come luogo di accoglienza ospitale nel rispetto della natura.

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