Pierangelo Rota, uno degli ultimi alpeggiatori della Valle Imagna: “Avanti i giovani o avanza il bosco”

Bisogna preservare le aziende agricole tradizionali, altrimenti il futuro dell’allevamento è a rischio, se non saranno i giovani a portarlo avanti. È il pensiero di Pierangelo Rota, allevatore di Locatello, uno dei pochissimi, in Valle Imagna, a portare ancora gli animali in alpeggio.
27 Dicembre 2023

Bisogna preservare le aziende agricole tradizionali, altrimenti il futuro dell’allevamento è a rischio, se non saranno i giovani a portarlo avanti. È il pensiero di Pierangelo Rota, proprietario dell’omonima azienda agricola di Locatello: una delle pochissime, in Valle Imagna, a portare ancora gli animali in alpeggio, a Fuipiano. Un’attività iniziata – spiega Pierangelo – dai suoi antenati prima di lui e che ora va avanti anche grazie all’aiuto delle sue giovani figlie.

“Abbiamo soprattutto bovini, una cinquantina di capi. È nata dai nostri antenati, cera già mio padre prima di me. I terreni e i luoghi sono sempre stati quelli, poi sono cambiate un po’ le normative. Prima si faceva il taleggio, adesso si vende il latte”. I prezzi aumentano, ma il lavoro resta sempre oneroso e la concorrenza di chi fa grandi numeri si fa sentire.

Bisogna anche far attenzione agli sprechi: “Non compriamo mai in grandi quantità, perché serve il posto dove mettere i prodotti e poi usarli, altrimenti vanno a male”. Come spiega Pierangelo, l’aumento dei prezzi si è fatto sentire: “Sono già due o tre anni che i prezzi sono saliti, non dobbiamo solo lamentarci, ma se manca anche la passione si può chiudere. Non c’è la busta paga fissa nel nostro lavoro, magari c’è quel mese che si raccoglie meno, non c’è fieno o l’animale non rende. Non si può sapere prima e bisogna sempre avere qualcosa da parte”.

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Passione vuole dire anche occuparsi anche della transumanza: “Io vado in alpeggio da solo, con i miei animali, bisogna sempre prendersi tempo per andare a vedere i recinti elettrici. Per fortuna, non bisogna stare sul posto ad ogni ora: non tutti gli animali sono in alpeggio, sono sparpagliati e si deve curarli. Anche in famiglia l’impegno è sempre tanto”. In questo senso, un aiuto fondamentale arriva dalla moglie e dalle figlie. “Le figlie hanno la loro casa, in ogni caso sono un sostegno” dice Pierangelo. “Io mi occupo soprattutto della mungitura durante l’alpeggio-  spiega Francesca, una delle figlie – D’estate bisogna girare molto per i pascoli e mungere a mano le vacche, oppure spostarle da un pascolo all’altro. Nel 2019 ho anche partecipato ad una gara di mungitura a mano, insieme a mio papà, a Branzi. Io sono arrivata prima nella categoria donne e lui terzo in quella degli uomini. Nell’azienda agricola mi occupo anche del fieno, quando è il periodo giusto do una mano”.

Come aggiunge Pierangelo: “Ci sono ancora i giovani che avrebbero ancora voglia di fare questo mestiere, però la difficoltà sta nel partire. Mettere su un’attività è troppo difficile, non solo nel nostro mestiere, in tante cose: il guadagno che si ha è poco. Il ragazzo non va avanti da solo, serve qualcuno che gli dia una mano. Serve una base in casa, innanzitutto”. È un po’ il segreto dell’azienda agricola di Rota Pierangelo: “Qui facciamo tutto in famiglia, ma serve passione, il mestiere richiede questo. Sono cambiate tante cose, adesso non si porta più la roba in spalla: ci sono miglioramenti per fortuna, ma sono anche spese: per mantenere gli impianti costa e non ce le si può sempre permettere”.

Pierangelo dipinge, purtroppo, un futuro non felice, in cui la pastorizia perde sempre più importanza, perché coinvolgere le nuove generazioni diventa sempre più difficile. “Dobbiamo riuscire a mandare avanti i giovani, altrimenti vengono avanti i boschi e i rovi. C’è troppa burocrazia, le vecchie stalle sono state usate come baite anche di lusso. La gente viene, significa che c’è mercato”. L’impegno è grande e non sempre sostenibile: “Noi ci facciamo il fieno, ma tanti giovani che hanno iniziato adesso si comprano il fieno da fuori, così l’attività è come averla e non averla: c’è sempre personale, ma non si cura la campagna”.

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Pierangelo con la figlia Francesca

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Commenti:
  1. Sono un pastore sardo che ha appena mollato un’azienda propria nelle montagne friulane per motivi di salute,a due giovani del posto.So’ i sacrifici che fanno persone come voi e quant’è grande la passione che vi fa andare avanti perciò vi faccio i migliori auguri di ogni bene.

    Viva le montagne e i montanari!

  2. Ed io ho scoperto questa palestra naturale con rispetto,percorrere sentieri, pascoli e che voi ne conoscete perfino il profumo di piante,di fiori, cespugli, siete vicini al cielo, alle stelle, alla luna al sole che sorge e tramonta.

  3. È un lavoro massacrante, Rota.P.. condivido quello che dici. Devi tanto ma tanto esserne orgoglioso.Tieni in ordine i prati, i boschi, soprattutto ami le tue bestie e con l’ alpeggio, ci dai dei prodotti genuini.

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