San Giovanni Bianco, un cortometraggio a scuola per dire “stop” alla violenza di genere

Anche nelle scuole, non si tace su questo argomento poiché coinvolgere le nuove generazioni è importantissimo per cambiare il modo comune di pensare.
25 Novembre 2022

Ogni giorno media, giornali, talk show e telegiornali riferiscono sempre più spesso notizie di femminicidi, maltrattamenti, gesti fuori luogo, che hanno un forte impatto sulla vita di tante donne, che vengono trattate come un oggetto e senza rispetto. Secondo i dati ISTAT circa 7 milioni di donne, il 31,5%, tra i 16 e i 70 anni, ha subito nel corso della sua vita almeno un caso di violenza sessuale o fisica e il 24,7% l’ha subita da uomini che non erano loro partner e nemmeno loro conoscenti.

Inoltre, le donne con un partner subiscono anche violenza di tipo psicologico ed economico, cioè comportamenti di umiliazione, svalorizzazione, controllo ed intimidazione, nonché di privazione o limitazione nell’accesso ai soldi della famiglia. Solo nel 2022 in Italia sono stati compiuti 50 femminicidi per mano di congiunti, compagni, mariti, ex. Quindi è importante non dimenticarsi di questi numeri che corrispondono a vite umane con la ricorrenza del 25 novembre. Ma perché il giorno prescelto è proprio il 25 novembre?

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata istituita partendo dall’assunto che la violenza contro le donne sia una violazione dei diritti umani, è stata voluta a livello internazionale dall’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, nel 1999 ed è stato scelto il 25 novembre perché si vuole ricordare uno dei primi casi di femminicidio: quello delle sorelle, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, tre donne dominicane, tre attiviste politiche; l’omicidio è accaduto quando le donne stavano andando in prigione per incontrare i mariti, vennero massacrate per ordine del dittatore Trujillo e gettate in un burrone con la loro automobile, per simulare un incidente.

La giornata del 25 novembre è associata anche a dei simboli, come per esempio le scarpe rosse che ricordano l’installazione del 2009 Zapatos Rojos dell’artista messicana Elina Chauvet in ricordo delle vittime di violenza. La sua opera viene riprodotta ogni anno in molte piazze. Per celebrare e ricordare tutte le donne ancora oggi vittime o decedute per femminicidi, in tanti paesi d’Italia e anche della Valle Brembana e della Valle Imagna, sono state installate delle panchine rosse, su cui spesso sono scritti dei pensieri, che fanno riflettere su un problema che sta diventando sempre più grave e più frequente, che passa spesso in secondo piano tra le notizie, ma persiste e continua a mietere vittime.

Anche nelle scuole, compresa la mia (medie di San Giovanni Bianco), non si tace su questo argomento poiché coinvolgere le nuove generazioni è importantissimo per cambiare il modo comune di pensare, agire e prevenire fenomeni di questo tipo. Nella mia classe è nata l’idea di creare un cortometraggio, denominato “Stop!”, il cui scopo è mostrare una scena di aggressione a due ragazze che si conclude con una denuncia al numero antiviolenza e stalking, 1522.

È stata un’esperienza bellissima e coinvolgente per tutti, uno spunto di riflessione che non ci farà dimenticare il problema! Questo filmato è stato visionato in occasione della manifestazione organizzata dal Comune di San Giovanni Bianco nella mattinata del 25 novembre, a cui parteciperanno, oltre agli alunni della Scuola secondaria di primo grado, i ragazzi dell’ABF, i rappresentanti del centro antiviolenza Penelope, le autorità.

Il sindaco Enrica Bonzi, il primo sindaco donna del mio Comune, si è dimostrata molto sensibile alla problematica: “Innanzi tutto come donna non posso rimanere in silenzio di fronte ai tanti casi di violenza sulle donne che si verificano quotidianamente; anche lo scorso anno, all’inizio del mio mandato, ho voluto dare risalto a questa ricorrenza, coinvolgendo soprattutto le scuole, i giovani e i bambini. Educare fin da piccoli al rispetto dell’altro – conclude – è essenziale per un futuro migliore”. La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci.

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