Da bambini, si sa, tutti hanno sogni su ciò che si vorrà fare da grandi: c’è chi sogna di lavorare come pompiere, giornalista, architetto o meccanico e c’è anche chi invece desidera dedicare la propria vita al servizio della Chiesa e della collettività, è il caso di Davide Rovaris, un giovane originario di Villa di Serio che ha deciso di seguire la propria vocazione. Fino a qualche mese fa “il Davide seminarista” era una figura di riferimento per tutti i ragazzi del mio paese, San Giovanni Bianco, in quanto era stato inviato dal Vescovo per aiutare il parroco e vivere un’esperienza in una comunità parrocchiale, a contatto diretto con la gente e bisogna riconoscere che in ognuno di noi ha lasciato veramente un bel ricordo.
La sera del 31 ottobre, con una solenne celebrazione presso la Chiesa Ipogea del Seminario Vescovile di Bergamo, è stato ordinato diacono, insieme a Nicolò Bonfanti e Matteo Cortinovis, altri due seminaristi provenienti entrambi da Pedrengo. Davanti ai loro nomi è stato aggiunto il prefisso “don”, ma chi è il diacono e che cosa prevede il suo incarico?
Facciamo rispondere direttamente Davide: “Diventare diacono significa innanzitutto mettersi al servizio della chiesa, anche la parola stessa, diacono, deriva dal greco e significa “servire”. Questo momento della formazione si vive soprattutto nelle parrocchie, dove si comincia già prima di diventare sacerdoti a servire la gente. Un diacono non può ancora celebrare una Messa, però può svolgere alcuni riti servendo all’altare durante le celebrazioni: leggere il Vangelo, predicare, aiutare il sacerdote all’interno della Liturgia, per esempio versando il vino da benedire nel calice. Inoltre, un diacono può dare le benedizioni e celebrare il rito delle esequie. Quando si viene ordinati si promette già che si manterrà il celibato: non ci si potrà quindi sposare e si promette di dedicare tutta la vita al servizio del Signore”.
Adesso che abbiamo capito che cos’è un diacono e cosa può fare ho chiesto a Davide quanto è durata la sua formazione e quali sono state le più belle esperienze vissute in questi impegnativi anni di studio. “Dopo le superiori – racconta Davide – in Seminario si studia per 6 anni Teologia, un po’ come si fa all’università: la mattina si va a lezione e ogni tanto si devono dare degli esami, però frequentando il Seminario si vive anche all’interno della scuola con altre persone che hanno deciso di intraprendere questo cammino e ci si sente come una grande famiglia, in cui tutti sono fratelli; si trascorrono dei momenti di gioia, delle esperienze belle e anche dei piccoli litigi, che però vengono sempre risolti”. Insomma, è stato un cammino lungo fino al diaconato, ma come è iniziato tutto? Come è venuta la vocazione? Davide ha voluto condividere con me questo importante momento, quindi lascio a lui la parola!
“Quando ero bambino vivevo molto nell’ambiente della parrocchia e dell’oratorio: frequentavo il catechismo, facevo il chierichetto e andavo al Cre. Vedevo spesso il mio parroco, il mio curato e i volontari che spendevano il loro tempo ad aiutare e servire gli altri, perciò mi è sorta una domanda: da grande avrei voluto anche io fare quello che facevano loro? Così in quegli anni, soprattutto alle medie, ho pensato di parlarne con il curato, da lì dopo qualche chiacchierata mi sono convinto a cominciare il cammino del Seminario, perché ho capito che la mia vita doveva essere dedicata al servizio degli altri”.
In conclusione, faccio i migliori auguri a don Davide per questa fase del suo cammino verso il sacerdozio (25 maggio 2024), lo ringrazio per l’intervista e per avermi invitato a vivere l’esperienza unica della sua ordinazione. Speriamo che altri giovani in futuro decidano di dedicare la loro vita al servizio del prossimo!