Su e giù per la Val Brembana con il camion: Marco e Cristian, i fratelli fruttivendoli di Camerata

La frutta come affare di famiglia. Potrebbe essere questo lo slogan di Marco e Cristian Giupponi: rispettivamente classe ’91 e 2001, i due fratelli di Camerata Cornello gestiscono un negozio ambulante di frutta e verdura.
11 Febbraio 2022

La frutta come affare di famiglia. Potrebbe essere questo lo slogan di Marco e Cristian Giupponi: rispettivamente classe ’91 e 2001, i due fratelli di Camerata Cornello gestiscono un negozio ambulante di frutta e verdura.

È il fratello maggiore a raccontarci come è nata questo attività. “Si tratta, in sostanza, di commercio porta a porta di frutta e verdura. Ho studiato agraria a Bergamo – dice Marco – e così sono diventato perito agrario, dopo essermi diplomato ho avuto l’occasione di lavorare in un supermercato a San Giovanni, sono stato lì per 6-7 anni”. Un impiego che a Marco piaceva, ma poi si è aperta un’altra opportunità. “Quando studiavo, aiutavo un signore che faceva l’ambulante qui in alta valle, davo una mano durante l’estate e ho imparato un lavoro che mi piaceva. Lui è andato in pensione, l’attività era già avviata da qualche anno, con un buon giro di clienti.” Ecco allora che si apre una porta e Marco si fa trovare pronto.

Ho iniziato nel 2018, da solo, poi due anni fa è arrivato anche mio fratello Cristian. Ha fatto anche lui il mio percorso, studiando agraria, l’ultimo anno però ha fatto scuola a distanza: eravamo durante il lockdown e io avevo davvero un sacco di lavoro con la gente a casa, squillava il cellulare ogni minuto. Lui si è offerto di aiutarmi e visto che non voleva continuare gli studi ha iniziato con me e quest’anno abbiamo messo su un’impresa famigliare. Ci sono davvero pochi giovani che lo fanno, ma il mestiere va bene: vendiamo anche fiori, sementi, insomma l’attività è ampia. Lavoriamo in tutta l’alta Valle Brembana, Val Taleggio, Ornica, Valtorta, Branzi, Valleve: da Piazza Brembana in su”.

Tanti clienti, spiega Marco, che hanno reso più facile prendere le redini dell’attività. “Serviamo anche qualche ristorante: il precedente gestore aveva già una buona base di clienti, ero sicuro di quello che facevo quando ho deciso di subentrare, avevo esperienza e il lavoro era buono. Mi sono buttato, mi trovavo bene anche al supermercato, ma volevo avere la soddisfazione personale, anche se le ore sono tante”. Come detto, si tratta di un vero affare di famiglia. “A volte ovviamente c’è qualche incomprensione con Cristian, ma son problemi facili da risolvere, noi facciamo di tutto per far andare bene le cose, si fa tutto in due e si cerca di andare d’accordo”.

“È un’attività molto semplice, però ci tengo a sottolineare che vista da fuori sembra facile” puntualizza Marco “magari appare alla portata di tutti. Se ci alziamo tardi, sono le 5 di mattina, dobbiamo esserci sempre, ogni momento dell’anno. Le nostre sono giornate da 12 a 15 ore, non sono pesanti fisicamente ma devi esserci sempre. Nella sfortuna generale, il Covid ha avuto un impatto buono per noi, la gente ha riscoperto nuovi tipi di frutta e verdura; magari prima tanti non avevano tempo per cucinare, ma in quel momento erano a casa senza saper cosa fare e hanno colto l’occasione per imparare a cucinare”.

Una delle parole che Marco pronuncia più spesso è “qualità”. “La gente ora si concentra sulla qualità, prima della pandemia si andava di fretta, si faceva la spesa senza badare troppo a quello che si comprava. Noi vogliamo offrire prodotti buoni da mangiare, la merce deve essere fresca e buona, la qualità fa tutto per noi, per guadagnarsi la fiducia del cliente”. Oltre a questo, ci sono anche altri fattori importanti. “Credo sia anche una comodità per tanti anziani, il 70-80% della clientela, magari ci aspettano alla mattina quanto arriviamo. Diciamo che quando qualcuno torna e ci dice che quello che ha comprato era buono e fresco, per noi c’è soddisfazione: l’appunto c’è sempre, ma fa parte del gioco”.

All’appagamento si accompagnano anche difficoltà tutt’altro che banali e che magari non sono nemmeno immaginabili da chi sta dall’altra parte del bancone. “Il mercato per noi è sempre più difficile – spiega il giovane fruttivendolo ambulante – alla mattina presto andiamo all’ingrosso, cercando di essere attenti a tutto e magari facendo una via di mezzo coi prezzi; c’è però una marea di varietà di frutta e verdura nuova, devi stare al passo coi tempi, come in tanti lavori: il futuro è quello”. Bisogna anche prestare attenzione alla parte burocratica. “In quattro anni ho visto cambiare troppe regole: nel 2018 c’era la fatturazione cartacea, poi elettronica, dunque altre spese, poi i corrispettivi telematici da inviare ogni giorno: le cose da seguire sono cambiate, dunque devi essere sempre super aggiornati, non è un mestiere così immediato”.

CLICCA QUA PER LEGGERE LE ALTRE STORIE DI “GIOVANI E LAVORO” IN VALLE BREMBANA E VALLE IMAGNA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultime Notizie

X
X
linkcross