Mark Alborghetti, il cantautore rock di Rota d’Imagna

Figlio d'arte: il nonno suonava la fisarmonica, il padre era batterista, la mamma poetessa. La svolta nel 2012, dopo il divorzio dalla ex moglie decide di riprendere il sogno musicale.
21 Novembre 2019

Un percorso lungo, vent’anni con la musica nel sangue, la passione eredita dal nonno paterno. Marco “Mark” Alborghetti, artista di Rota d’Imagna, calca le scene da due decenni. L’incontro con il mondo musicale arriva con l’infanzia: “chiunque conosce la musica, bisogna scoprire se si ha l’attitudine per farla. Io ascoltavo i vinili con mia mamma, la domenica in macchina, invece, mio padre metteva le cassette alla radio. Ascoltavamo rock e musica italiana” prosegue Marco, che racconta di un’inclinazione genetica per le sette note.

“Mio nonno suonava la fisarmonica, mio padre è stato batterista. La passione si è tramandata di padre in figlio. Inoltre, mia madre leggeva e componeva poesie. Unendo questi tratti, ho maturato il desiderio di diventare cantautore.” Le prime esperienze di scrittura, intorno ai 14 anni, e poi la prima band. “Eravamo in 3: Filippo Manini, ora direttore del coro CAI della Valle Imagna, e Federico Roncaglia, allora batterista. Con la chiamata alle armi, nel 1999, ci siamo persi di vista, poi nel 2001 ho conosciuto la mia ex moglie ed ho abbandonato ogni progetto musicale. Quando ci siamo lasciati, nel 2012, ho deciso di riprendere a suonare.”

Iniziano i primi passi per diventare musicista. “Nel 2013 ho inciso il mio primo singolo a San Pellegrino, “Pioggia di lacrime”. Era ancora un’opera embrionale, semplice, con il piano e la chitarra, ancora cantautorale. Negli anni successivi ho promosso il disco, cercando intanto di introdurre sonorità più rock. Purtroppo, in questi anni il rock in Italia non è aggressivo, è molto pop. Io cerco sempre di migliorarmi, dal punto di vista della produzione e musicale”.

 

Nel 2014, Mark partecipa al Premio Lucio Dalla, organizzato a Bologna. “È stata un’esperienza emozionante, cantare lì è fantastico”. 3 anni dopo, arriva la prima, vera band. “Io e Andrea Caravella, mio grande amico e collaboratore, abbiamo fondato la The Revenge Band: io sono il cantante, Andrea alla chitarra, Umberto Pauroso e poi Paolo Frigeni alla batteria e Mirco Persico è il bassista. Nel 2018 abbiamo partecipato al contest Band to Band, organizzato da LombardiaTv. Qui, la The Revenge Band attira l’attenzione del produttore Clemmy della Rocca, che nel 2019 propone alla band una co-produzione, quindi il costo è diviso tra gli artisti e i produttori – spiega Mark  – da allora abbiamo rivisitato 3 brani, rendendoli più rock e moderni, e stiamo completando Baby Red, un pezzo in inglese che darà il nome al nostro nuovo album. Vorremo scrivere pezzi sia in italiano, che in lingua straniera.

Una delle fonti di ispirazione di Mark è proprio il rock, come lui stesso racconta. “Da ragazzo ascoltavo i Queen, i Nirvana, insomma mi piace cantare spingendo la voce in alto. Italiani mi piacciono i Liftiba e il timbro di Nek. Quando canto, cerco sempre di esprimere emozioni, di cantare con il cuore, non bisogna solo limitarsi al testo, conta anche e soprattutto l’interpretazione. Per arrivare al pubblico, bisogna metterci tutto. Io ho la fortuna di riuscirci. Sono felice di poter trasmettere quello che provo attraverso il canto.”

Un percorso musicale in constante evoluzione, quello di Marco, iniziato in un’era in cui Internet stava prendendo piede, ma non era ancora lo strumento potente che è oggi. “Poter caricare un video su YouTube è importante. Io, quando scrivo un testo, penso a come potrei trasmettere quelle parole attraverso le immagini, in questo modo il video esprime il contenuto della canzone. Poter usufruire di un canale YouTube è davvero comodo, un’ottima opportunità.”

 

 

 

(Fonte Immagine: Vaifrominoretti.it)

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