I grandi dubbi dell’uomo accanto ai tantissimi impegni quotidiani di un oratorio vivo e attivo: don Lorenzo Testa, curato ad Almenno San Salvatore, vive tra l’insegnamento e la canonica.
Un’attività iniziata nel 1998, con l’ordinazione: “Da quando sono diventato prete, ho fatto l’educatore in seminario per nove anni con i ragazzi delle medie, poi sono diventato insegnante di teologia morale” racconta “Dal 2016 sono responsabile dell’oratorio ad Almenno San Salvatore, fino al 2021 facevo il “pendolare” perché vivevo ancora a Bergamo. Da settembre 2021, invece, risiedo qui, ad Almenno, pur continuando ad insegnare in seminario”.
Un luogo in cui don Lorenzo è entrato ben 39 anni fa: “Io sono originario di Pradalunga, in Valle Seriana, e ho cominciato in seminario in prima media. Dire cosa provassi a 11 anni è difficile, ma mi sentivo affascinato dalla figura del sacerdote, anche grazie a quelli che avevo conosciuto e ai seminaristi che ho visto iniziare. Posso dire che la mia vocazione si è chiarita nei quattordici anni prima dell’ordinazione, ho capito come quel sogno che avevo da bambino era effettivamente il sogno del Signore, non era un mio desiderio strano ma quello che Lui chiedeva da me. Sono diventato prete appunto nel ’98, poi sono andato a Roma per specializzarmi in teologia morale, presso la Pontificia Università Gregoriana”. Don Lorenzo approfondisce i propri studi: “Sono rientrato a Bergamo nel 2003, dove ho lavorato con i ragazzi delle medie fino al 2012, seguivo il giornale dei chierichetti e davo una mano in parrocchia a Piazza Brembana, poi a Brembilla, sempre continuando ad insegnare. Ora sono appunto vicario parrocchiale ad Almenno San Salvatore”.
Il tempo in cattedra occupa ancora tanto spazio nella vita di don Lorenzo, permettendogli ogni giorno di affrontare domande diverse. “Personalmente, insegnare mi chiede di confrontarmi con grandi questioni: studiare teologia morale vuol dire indagare le scelte del Cristiano, anche delicate come la morale sociale, sessuale e la bioetica, che sollevano questioni difficili. Sono anche provocato a riflettere e a confrontarmi, è prezioso. Il fatto di insegnare ai giovani futuri sacerdoti è arricchente, parlando con loro ho modo di avere un contatto con i giovani. Io insegno anche all’istituto superiore di scienze religiose, dove ci sono laici che insegneranno religione. Sono persone molto motiviate e con cui c’è un bel percorso di riflessione, ci sono sempre domande e stimoli”.
La prima domanda, innanzitutto, riguarda proprio l’oggetto di studio della teologia morale, in cui “A partire dalle grandi dimensioni, come coscienza e libertà, si arriva al vivere delle persone. C’è anche una parte concreta: io ho avuto la fortuna di fare parte per una decina anni del comitato etico della Provincia, che faceva capo al Papa Giovanni XXIII e si parlava di pratiche mediche e sperimentazioni” spiega don Lorenzo “anche quella è stata un’occasione di confronto con chi porta avanti il proprio compito e affronta sfide e percorsi entusiasmanti. Ho imparato davvero molto, me lo porto dentro anche negli incontri in cui a volte mi chiamano nelle varie parrocchie, è un confronto continuo con le domande chi mi sta davanti di volta in volta”.
In tutto questo, racconta: “Non è facile conciliare l’oratorio con lo studio, perché il primo richiede scadenze anche molto impellenti”. Per sua fortuna, don Lorenzo non è solo: “Ciò di cui ringrazio il Signore è che in oratorio ci sono persone che mi danno una mano, mi accompagnano e sento davvero che mi aiutano e sono impegnate. È una delle cose belle che vedo, dagli animatori ai catechisti ai volontari, c’è un clima di grande collaborazione e fiducia. Le cose da fare sono tante, non è facile coordinare tutto ma posso contare su di loro, che amano profondamente l’oratorio”.