Tanti gol, tantissime esperienze, ma la Valle Brembana l’ha stoppato come nessun difensore. Davide Lapadula è un vero bomber che ha scelto Zogno per stabilirsi e lavorare. Un percorso che parte da lontano: “Sono nato a Torino e ho 36 anni. Ormai da più di venti gioco a calcio, girando tanto nel Nord Est Italia, in diverse categorie, dalla Serie D fino alla Promozione, in cui gioco quest’anno. Ho fatto il settore giovanile nella Juventus, dove mi allenava Nenè. Poi ho girato, sono andato a fare la Primavera a Treviso da Giovanni Bosi, che allena l’Atalanta Primavera da ormai qualche anno. Ho conosciuto tante realtà, adesso sono in Valle Brembana con la mia famiglia e i miei bambini, sono contento e non posso lamentarmi”.
Infatti, Lapadula spende parole al miele per la realtà in cui è approdato. “Innanzitutto, a Zogno mi trovo veramente bene, abito vicino all’oratorio e anche per i bambini è molto comodo, sono vicino alle scuole e mi trovo benissimo. Quando sono arrivato in Valle, l’anno che abbiamo vinto l’Eccellenza con il Villa Valle, stavo a San Pellegrino, ma ero in affitto e ho comprato casa un po’ più in giù”. Come detto, Davide non è solo: “Ho conosciuto mia moglie quando entrambi stavamo a Torino, ormai siamo insieme dal 2012, ci siamo sposati nel 2018 e abbiamo avuto Cristiano, come Ronaldo perché è il mio idolo, e poi Vittoria”.
A proposito di sport, nella sua lunga carriera Davide ha avuto modo di conoscere realtà molto variegate, alcune gli sono rimaste particolarmente impresse. “Sinceramente io direi Sondrio, è stato l’anno in cui ho conosciuto la Valtellina, mi hanno trattato con i guanti, i tifosi stessi mi hanno coccolato, la stagione è andata bene perché avevo fatto venti gol, in Lombardia non ero mai venuto prima e il mio primo anno è andato benissimo. Poi metto insieme Villa Valle e Saluzzo in Piemonte, dove ho fatto ventisei gol, ho ricordi bellissimi di entrambe le esperienze”.
Ora Davide milita nell’Accademia Calcio Alta Valle Brembana. “Qui nell’Alta Valle mi trovo bene, devo ringrazia la società che ha creduto in me, il direttore generale Luca Monaci mi ha voluto subito e mi ha portato lì a dicembre, ho accettato immediatamente. La cosa che fa la differenza è il gruppo, noi siamo uniti, sono giovani e meno insieme che lavorano insieme. Magari succede che una partita andiamo sotto, ma la poi la ribaltiamo: abbiamo un mister sanguigno con cui mi trovo bene perché lo sono anche io. Quando prendi gol in casa e ti giochi la salvezza puoi abbatterti. La scorsa partita (a marzo ndr) noi ne siamo usciti benissimo e ho anche festeggiato il 181esimo gol in carriera, nonché il nono stagionale, nel migliore dei modi” racconta.
Davide mantiene anche legami forti con l’eredità peruviana che gli deriva dalla mamma, originaria appunto del Perù. “Diciamo che io ho sempre frequentato i posti latini, anche facendo tornei a Milano organizzati apposta dalle famiglie peruviane: lì si gioca contro giocatori tosti, fin da piccolo li ho frequentati e mi sono sempre trovato bene, è una cosa che mi porto dal lato materno” e Davide avrebbe anche avuto l’opportunità di trasferirsi in Sud America, ma ha preferito la Valle Brembana. “Mi è capitata l’occasione di andare a giocare fuori: mio fratello Gianluca(ex attaccante di Milan, Genoa, Cagliari, oggi allo Spezia in B ndr) gioca in Nazionale peruviana e un club del Perù aveva notato anche me, ma la cosa non è andata in porto. Sarebbe stata una scelta di vita troppo difficile per la famiglia e i figli. Io ho anche delle responsabilità verso loro, per quanto potesse valerne la pena sarebbe stato un salto troppo grande. A Zogno mi sono innamorato del posto, quando voglio posso andare a Foppolo, sull’Avaro, per le famiglie è perfetto”.
Ora Davide è concentrato sul futuro dell’Accademia Alta Valle Brembana e sul proprio. “Questa stagione ho sposato il progetto perché credo nella salvezza, io credo che, se continuiamo con il carattere e la voglia che stiamo mettendo tutte le domeniche, possiamo riuscirci. Il mister ha tanta voglia di farcela, noi siamo con lui e ogni domenica daremo battaglia. Io mi sento bene adesso, anche se ho quasi 37 anni, ho avuto un’operazione al menisco ed è andata liscia, per ora continuo e finché avrò la voglia continuerò a giocare. In futuro voglio allenare, lo faccio già a San Pellegrino con i 2014. Successivamente perché non provare una carriera da mister?”