Premessa
Una ricerca relativa all’ipotetica immigrazione di una popolazione “moresca” da terre lontane nelle Valli bergamasche non è per nulla facile e piuttosto rischiosa, in quanto la documentazione è assai scarsa e di conseguenza i risultati potrebbero essere ampiamente esposti a critiche e obiezioni. Le domande sono molteplici e le risposte attendibili poche: perché questi “mori” sarebbero venuti in Italia? In che periodo esattamente? Chiamati da chi? Su quali basi documentarie si può affermare che gli Astori o i Balestra, i Locatelli o i Manzoni e i molti altri cognomi elencati qui sotto sono di origine moresca? Non vanno trascurati i molteplici altri fattori che potrebbero esse all’origine di questi cognomi, legati all’attività, all’ambiente, alle caratteristiche somatiche… e quindi non riconducibili all’assunto di questo testo. Quelle che seguono, più che affermazioni inoppugnabili, vanno quindi considerate delle ipotesi suggestive, degli spunti per ulteriori auspicabili ricerche e approfondimenti.
All’origine della ricerca, la mia curiosità per tutti quei mori, gente di carnagione olivastra, con volti e sguardi che sembrano venuti da terre lontane, tutta gente che porta cognomi presenti nella bergamasca da secoli e da generazioni, che incontro o incontriamo durante la nostra giornata. Si tratta dell’emigrazione delle popolazioni moresche dal sud della Spagna, dalla regione dell’Almeria? Lo spunto in tal senso è uno studio di Lorenzo Conforti. La storia potrebbe essere successa all’incirca più di 1000 anni orsono, con l’arrivo di queste popolazioni nelle Valli bergamasche, in particolar modo nella Val Seriana Superiore, in Val di Scalve, nella Val Brembana e nel territorio di Oltre la Goggia, tutte zone legate per lo più all’estrazione del minerale di ferro, alla sua fusione e alla sua lavorazione.
I “moreschi”, provenienti dalla penisola iberica dove si era radicata una presenza e una dominazione araba fin dalla metà del VIII secolo, erano di origine africana, forse provenienti dalla Mauritania, e di religione musulmana, mentre la popolazione locale spagnola, che visse poi loro sottomessa per molti secoli, era cattolica. Stando allo studio citato, esponenti di quelle famiglie, venute da lontano, avrebbero occupato nel corso dei secoli posti di prestigio nella vita di tutti i giorni anche con cariche nel governo cittadino a Bergamo, abbracciando la parte «guelfa» della provincia al tempo dello scatenarsi delle lotte tra le fazioni. Altri avrebbero lavorato nelle miniere della Valle Brembana, come Almidano Scuri citato nei documenti relativi ai forni di Trabuchello. I nomi di battesimo che potrebbero fare da spia di famiglie di antiche origini moresche sono tipicamente spagnoli, come Domenghino, Toledo, Sibilla, Carmen, Spagna, oppure nomi relativi alla località di residenza come Ardesino (Ardesio), Dosseno (Dossena) Olma (Olmo al Brembo). Da questi nomi e soprannomi sarebbero nati i cognomi: Moro, Moretti, Negri, Moreschi, Dal Negro, Negroni, Scuri, Olivari ecc. ecc.
I cognomi
Molti sono i cognomi di supposta origine moresca individuati dallo studio del Conforti negli atti degli archivi consultati, che vanno dal 1200 al 1500. Segnalo i più significativi, oltre a quelli legati al territorio brembano.
25/11/1442 Albinoni – Giovanni e Pietro sono di Castione della Presolana, il loro bisnonno era sopranominato “moro”.
8/01/1461 Alcaini – Pacino di Dossena abita ora in Sant’Andrea a Bergamo.
05/03/1470 Astori – Il molatore Giovanni di Valle frazione di Serina, abita ora ad Ardesio.
20/10/1472 Balestra – Domenghino detto “molatore” è di Foppa frazione di Valnegra, in territorio di Oltre la Goggia.
12/11/1407 Bigoni – Giovanna di Ludrigno di Ardesio, è la madre del messo regio Ardesino Bonvicini e vedova di Moresco detto Fabbro.
07/08/1271 – Bonzi – (Bongis-Bonghi) – “in domo monete illorum Bongis” proprietari di una zecca a Bergamo, 06/10/1482 “Moretti q.Antoni de Bonzis de Dossena”, la famiglia Bonzi-Bonghi nota famiglia guelfa.
07/03/1272 – Ceroni – “Marcus f.q. Marci Ceronis de Serina vic. Levreni (De Ceronis) – Marco Ceroni è di Lepreno, la sua famiglia capeggia la fazione guelfa, i Ceroni sono un ramo della famiglia Rivoli (Ribolis – Rivola)
27/01/1488 – Cavagnis (Cavaneis) – Johannes Antonius f.q. ser Petri de Cavaneis del Buscho de S. Petro Ortio a Belebona eius sponsam et f. Zaniboni dicti Mori olim Guarischi de Cavaneis de Comalba: Giovanni Antonio Cavagni del Bosco di S. Pietro d’Orzio, frazione di S. Giovanni Bianco, è spo sato con la parente Belebona Cavagni di Cornalba, frazione di Serina, in un atto ri guardante proprio Zanibono detto Moro, il padre della sposa. Il cognome di questa famiglia viene scritto talvolta anche de Cavagnis. In questi anni roga a Venezia un notaio di questa famiglia, il quale roga quasi tutti gli atti della famiglia dei pittori Bellini ed è anche quello che ha steso il testamento di Gentile Bellini in cui appare come teste Nicolò Bonvicini. Le botteghe dei pittori Bellini di Venezia furono sempre fre quentate da bergamaschi, fossero essi loro allievi, garzoni, collaboratori o amici.
19/06/1480 – Donati – Viviano Neroni de Donatis de la Plazza habitator de Senna. Viviano (o Viniano) Donati di Piazza Brembana abita ora a Serina. Suo nonno è soprannominato Nerone. La sua famiglia è importante a Piazza Brembana, già nota agli storici per aver militato nella fazione guelfa. Un suo ramo però è certamente lo stesso che militò e guidò la stessa fazione a Firenze, che a quel tempo, era più giustamente detta dei «neri», protagonista della battaglia di Campaldino del 1289.
03/09/1482 – Donzelli – Bernardo Donzelli affitta al fratello Francesco un molino per il ferro a Serina nella contrada del Bosco. Questa famiglia è un ramo dei Tiraboschi.
15/04/1443 – Fanzago – Alexandrino dicto Negrino f.q. Betoni de Fanzagis de Clixione a Johannino f. Bartolamei dicti Signori de Zuchis de Bordonia habitator de Clixione, Negrino Fanzago di Clusone dove si è trasferito Giovanni Zucchi di Bordogna di Val Brembana. Queste famiglie daranno grandi artisti
04/1/1281 – Grigis, originari della zona di Rigosa, Costa di Serina, Miragolo, Selvino e Alzano Lombardo. 30/04/1487 Girardus, Petrus dictus Blancus et Guelmus fr. et f.q. ]ohamnis de Grigis de Miragulo. La famiglia Grigi di Miragolo ha dato diversi pittori operanti a Venezia nel XV secolo.
05/02/1460 – Girardi – Laurentius dictus Peronus f.q. Moreschi de Girardis de la Costa de Serina habitator de Calcinate, Lorenzo Girardi di Costa di Serina abita a Calcinate.
23/10/1468 Gavazzi – Bonus f.q. Morini Bazzi de Gavazzis de Postcantu civis et habitator Pergami. Bono Gavazzi di Poscante ora abitante di Bergamo.
18/03/1461 – 26/02/1455 Locatelli – Petrus dictus Negrinus f.q. Jacobi de Locatellis habitatot burgi S.Andrea, Pietro Locatelli di Locatello di Valle Imagna abita ora a Bergamo. Petrus f.q. Zenini olim Moreschi de Locatello Vallis Ymanie (de Locatellis).
05/04/1468 Manzoni – Antonius dicti Morellus f.q. Zenini Bertrami de Manzonis de Valleyimania mercator. Il mercante Antonio Manzoni detto“morello” è di Brumano in Valle Imagna.
03/12/1451 – Mascaroni – Johannes f.q.Petri ser Mori de Bonvicinis de Ardexie a Cominus f.q. Bartulini de Lulmo habitator de Ardexie (de Mascaronibus). Giovanni Bonvicini affitta a Comino Mascaroni di Olmo al Brembo, ora abitante a Ardesio, casa con podere nella contrada di Ardesio in località Case More. I Mascaroni si sono trasferiti a Ardesio, Clusone e Bergamo, e sono indicati come quelli “dell’Olmo” (de lulmo), essendo questa la maggiore famiglia di quel luogo della Valle Brembana, dove possedeva pure un castello.
06/11/1543 – Negrisoli – ser Terronis dicto Frachassio f.q. ser Petri de Nigerzolis de Clusono. Terrone Negrisoli di Clusone imprenditore che dal suo soprannome, Fracasso, si può supporre legato alla produzione di polvere o armi da sparo. Il suo nome di battesi mo era già apparso in documenti del XIII secolo e sempre utilizzato da famiglie di origini spagnole moresche.
12/07/1463 – Negroni – Marchisius mag. Antoni de Nigronibus de la Piancha notarius de Costa habitator Venetia in confinio S. Caxiani. Marchisio Negroni della Pianca, frazione di S. Giovanni Bianco, notaio di Costa di Serina, abita ora a Venezia nel confinio di S. Cassiano. Agisce per conto di Bartolotto Fomoni di Ardesio con sua procura rogata da lui a Venezia il 9.4.1463.
25/09/1472 – Oberti – Christoforo f. Bartoli de Obertis de Senna habitator de Monte Nigroni Cristoforo Oberti di Serina abita ora a Monte Nigroni (Monte del Negrone) l’odierna Negrone presso Scanzorosciate. A Serina un ramo di questa famiglia (o viceversa) è chiamato anche Ca liffi e ciò con chiaro riferimento a quei principi mori che vissero e governarono in gran parte della penisola iberica dal VIII al XV secolo.
09/12/1475 – Pesenti – Stefanino dicto Gatto f.q. Laurenti dicti Nigroni de Pesentibus de Brembilla, Stefano Pesenti è di Brembilla, suo padre Lorenzo era soprannominato Negrone.
28/03/1468 – Roncalli – Laurentio Antni dicti Negroni de Roncalis de Valleymania. Lorenzo Roncalli è della Valle Imagna, suo padre Antonio è soprannominato Negrone.
27/01/1509 – Saraceni – Johanne Antonio f.q. Bernardi de Saracenis de Angolo Vallis Camonice abitator Civedatis, Giovanni Antonio Saraceni di Angolo Valle Camonica abitante a Cividate al Piano.
10/09/1267 – Tiraboschi – I Tiraboschi stando al Conforti, sono citati come “moreschi” da vari atti notarili trovati negli archivi. Da loro rami nel corso dei secoli si formarono parecchi cognomi tra cui i Donzelli gli Zucchi e i Merloni.
Le Località
Serina – 16/1/1475 Johanes Antonius f.q. Bartholamei de Bonvicinis de Ardexie a Zeninus molinarius f. Stephani de Zenonis de Novazia. Giovanni Antonio Bonvicini dà in affitto al molatore Zenino Zanoni di Novazza un edificio con quattro molendis, con tutti i suoi molis, rotis, rotesimis, arboribus, gorgonelis, canalibus, aquaductus, serinis, corbibus, utensilibus e altre parti pertinenti a detto molino per il ferro; situato nella contrada di Ardesio in luogo detto appunto ad molendina de Salegia. In questo atto le seriole, ossia le derivazioni d’acqua indirizzate agli impianti idraulici, vengono chiamate anche serinis: forse ciò spiega il nome di Serina, capoluogo in questi anni della Val Brembana Superiore, ma anche il nome di questa valle e del suo fiume Serio?
Moio de’Calvi – ser Johannes f.q. Mori Mois de Grasobio et Morus eius filius [de Mois]. Giovanni, figlio del fu Moro, e suo figlio, pure soprannominato Moro, sono della famiglia Moio di Grassobbio. Alcuni componenti di questa famiglia abiteranno, o abitano già, nel comune di Valnegra dove potrebbero aver dato il nome alla frazione Moio, oggi Moio de’ Calvi.
I Cattaneo
I Cattaneo di Valleve, il cognome Cattaneo (Cattanei) è diffuso in molte località della provincia orobica. 15/11/1540 – il maestro Giacomo Cataneri di Sovere (cognome derivato dai CapitaniCattaneo) è un chirografo (esecutore di manoscritti pregiati). Si attesta origine del cognome all’epoca comunale tra la metà del secolo XI e l’inizio del XII. L’atto notarile è del 14 dicembre 1455. I Cattanei di Valleve nominano Vanoto Cattanei q. Vanoto olim Maffeo olim Ardizzone e Ardizzone Cattanei, detto Morato di Amadeo, detto Cado, loro procuratori e agenti per la ratifica dell’investitura perpetua concessa l’11 dicembre 1455 dal vescovo di Bergamo, Giovanni Barozzi, abate commendatario del monastero di Pontida, relativa al monte e alla valle di Vallis Levi con i diritti sulle vene metallifere ivi esistenti. Ardizzone Cattanei è detto “morato” il significato della parola tratta dai dizionari della lingua italiana: “si dice di colore bruno di tonalità molto intensa, tendente al nero, e di ciò che ha questo colore”. Il tutto riporta alla famiglia Cattaneo, come testimonianza diretta giunta fino ai giorni nostri: la carnagione scura di determinate persone si è tramandata di generazione in generazione. Si può vedere nella foto di Ilaria, la cui madre è dei “Cattaneo di Valleve”. Segnalo anche le origine paterne Gervasoni: nella “Matricola dell’Arte de Carravanni”, i facchini del porto genovese, viene segnalato “Francesco Gervaxone, detto Moroncion, scritto 8 maggio 1629”.
I Personeni
6 gennaio 1253 Moreschi de Lemene ferario. È citato il ferraio, o lavoratore del ferro, Moresco di Almenno. Il termine ferario viene in genere utilizzato per coloro che gestiscono o lavorano nelle fucine. Non sempre il gestore ne è il proprietario.In riferimento a questo atto rogato nel 1200, può essere testimonianza la foto eseguita nel 1965, settecento anni dopo, da Pepi Merisio, ed intitolata “il padrone del maglio”, eseguita a Clanezzo poco distante da Almenno e facente parte nel corso dei secoli successivi del territorio almennese. Si tratta di un componente della famiglia Personeni (da mie ricerche in loco), citata come “moresca” da questo atto notarile del 13/08/1461 “a Andriolus f. Michaelis dicti Mori de Personeris Vallis Ymanie mercator”. Il mercante Andrea Personari (Personeni) è di Valle Imagna, suo padre è soprannominato Moro. Non cito nella ricerca la supposta provenienza “moresca” come accennato dal Conforti, dei pittori Gianbattista Moroni, Andrea Bonvicini “Il Moretto” e Palma il Vecchio, per mancanza di testimonianze più dirette sulla loro provenienza.
Conclusione
Stando a questo lungo e importante elenco di cognomi, si potrebbe dire, con qualche esagerazione, che la Valle Brembana sia una colonia moresca… se fosse così sarebbe la scoperta del secolo! Va quindi ribadito che questo tipo di ricerca sarebbe da approfondire, perché tanti cognomi possono essere magari solo semplici soprannomi dati alle persone stesse, anche se le testimonianze legate alla terra spagnola ci portano a supporre che qualcosa del genere sia realmente successo nei secoli scorsi.
Articolo estratto da “Quaderni Brembani n.15” e scritto da Stefano Bombardieri.