Samuel Medolago, il mezzofondista classe 1995 di Sant’Omobono Terme, tra le punte di diamante all’Atletica Valle Brembana, è volato in Kenya, a Kapsabet (meta popolare tra i maratoneti, a circa 2000m sul livello del mare), lo scorso 24 marzo, per sottoporsi ad un allenamento intensivo in quota a fianco di alcuni dei più forti maratoneti del mondo.
In realtà si tratta di un viaggio di “ritorno” per Medolago: l’atleta era già stato in Kenya due anni fa, con lo stesso obbiettivo: “Noi atleti cerchiamo spesso l’altura per allenarci – racconta – perché ci sono condizioni ideali per migliorare. C’è meno ossigeno e il corpo impara a lavorare in situazioni più difficili.”
Durante la prima settimana il mezzofondista valdimagnino ha condiviso gli allenamenti con un gruppo amatoriale di italiani, mentre nella seconda parte del soggiorno ha lavorato con Andrea Astolfi, già compagno di allenamenti a Milano. Le sedute erano intense, spesso due al giorno, su percorsi impegnativi caratterizzati da continui saliscendi. Le linee guida generali dell’allenamento arrivavano dal suo coach milanese, Giorgio Rondelli, ma l’esperienza africana ha permesso anche un confronto diretto con Claudio Berardelli, allenatore di atletica leggera che opera in Kenya, specializzato nella preparazione di mezzofondisti e fondisti di livello internazionale.
“Ci dava consigli preziosi – spiega Samuel – e cercavamo di adattare il nostro programma per allenarci il più possibile con gli altri atleti. Ovviamente non riuscivamo a tenere i loro ritmi, ma l’obiettivo era crescere grazie al confronto. Nel camp erano presenti atleti di altissimo livello, con medaglie olimpiche, mondiali e successi internazionali. Abbiamo festeggiato le recenti vittorie di: Levy Kibet (mezza maratona di Madrid 2025), Emmanuel Wanyonyi (Grand Slam in Giamaica), Betty Chepkemoi (maratona di Vienna 2025).”
Pur gareggiando su distanze diverse – Medolago corre i 5.000 e 10.000 metri, i keniani principalmente sulla maratona – il metodo di lavoro resta molto simile: grandi volumi di chilometri corsi a bassa intensità. L’esperienza è stata impegnativa: “Noi europei soffriamo parecchio l’altura – ammette Medolago – sia per la fatica fisica, sia per i percorsi duri. Ma era esattamente ciò che cercavo: un’opportunità per crescere, anche attraverso il recupero e il riposo, che là diventano fondamentali.”
Ora lo sguardo è puntato alla stagione outdoor su pista. “L’allenamento è andato bene, mi sono impegnato e ho seguito tutto alla lettera – conclude – ma allenarsi non basta: è in gara che si raccolgono i frutti. Tra dieci giorni correrò a Varese, poi a giugno sarò impegnato in due appuntamenti internazionali, a Parigi e a Vienna. L’obiettivo è arrivarci nella migliore condizione possibile.”
