Santa Lucia: la Luce dei bambini e delle letterine piene di speranza

Nella notte fredda e lunga, si rinnovano speranze, promesse di coccole e carezze, colori e dolciumi per grandi e piccini. La magia di Santa Lucia si avvicina!
11 Dicembre 2024

Santa Lucia bella
dei bimbi sei la stella,
tu vieni a tarda sera
quando l’aria si fa nera.
Tu vieni con l’asinello
al suon del campanello,
e le stelline d’oro
che cantano tutte in coro:
“Bimbi, ora la Santa è qui
ditele così:
cara Santa Lucia
non smarrir la via,
trova la mia porticina,
quella è la mia casina!”.
E giù tanti doni!

Nella notte fredda e lunga, si rinnovano speranze, promesse di coccole e carezze, colori e dolciumi per grandi e piccini. La bellezza muove passi leggeri. Grazia e carità negli occhi di una fanciulla, divenuta grande nel segno dell’amore. La luce di chi nasce alle prime ore del giorno, testimonianza profetica di un tempo nuovo, di un mondo migliore. La vicenda di Lucia, Figlia della luce, nel dono di sé rammenta all’umanità il suo fine ultimo e primo, incarnato nel servizio, nel coraggio, nell’apertura fiduciosa al prossimo.

Uno slancio generoso, uno spogliarsi nel tragitto, un abitare gli spazi intimi e protetti delle nostre dimore, al suon dei campanelli, al lume delle stelle. Pacchi e balocchi, frutti e biscotti, adagiati con cura su soffici giacigli, adornati di sogni e desideri, innocenti fantasie di pargoli dormienti. Porticine aperte, occasioni liete, un miscelarsi propizio di tempo ed eterno: tutto si ferma, tutto eternamente muta e cambia.

Il miracolo si ridesta nel cuore della leggenda, nel centro del mito e nelle periferie delle fiabe, nella storia tramandata e trascritta per posteri e remoti: “A Siracusa, in Sicilia, il 13 dicembre si ricorda il giorno della nascita di Santa Lucia, vergine e martire durante la persecuzione di Diocleziano. Quando, sotto il consolato di Pascasio, i Lenoni, i quali tramandano che veniva schernita dal popolo per la sua castità, vollero condurre a morte questa vergine, non poterono in alcun modo smuoverla, né con funi né con vari gioghi di buoi; in seguito, non fu possibile scottarla, né con la pece né con la resina e l’olio bollente; infine, colpita con una spada alla gola, terminò il suo martirio” (in Martyrologium Romanum, Roma 1998, CLV Edizioni Liturgiche Roma).

Il dolore e il sangue profusi, in epoche di dure persecuzioni, avrebbero suscitato nei secoli a venire devozioni diffuse, facendo di Lucia un esempio, un dono lei stessa, per genti distanti e differenti, varcando presto i confini siciliani, raggiungendo le regioni del Nord, spingendosi sino ai confini del Vecchio Continente. A Lucia si chiede la fortezza, la costanza, la condivisione delle sue virtù, uno stile, un’esistenza da promuovere ed emulare: “O gloriosa Martire della Cattolica Chiesa, luce di santità ed esempio di fortezza, pensando alle tue sublimi virtù, nasce in me la brama di praticarle, ma sono debole a tanto: perciò a te mi volgo o vergine e ti prego di ottenermi dal Sommo Bene la costanza nell’effettuare il mio desiderio ed una scintilla del tuo divino amore: acciocché io sprezzi, al par di te, i vani piaceri terreni aspirando solennemente ai gaudi eterni. Così sia” (preghiera devozionale).

Il sacro e il profano, lo spirito e la materia, un memoriale liturgico annunciato da processioni di bimbi festanti e timorosi, sventolanti letterine vergate e colorate d’inchiostro, dinanzi alla Chiesa della Beata Vergine dello Spasimo, a Bergamo in via XX Settembre. Speranze e gioie han preso forma e voce, lasciandosi attirare a Lei, allungando tremolanti manine verso ceste ricolme di pensieri gaudiosi.

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