Dal Santuario del Perello, secondo santuario più antico della Diocesi di Bergamo sul territorio di Algua, arriva una lettera aperta che è una richiesta di maggior attenzione agli organizzatori del Rally Prealpi Orobiche, della BGY Airport Granfondo (ex Gimondi) e del Giro d’Italia, tre manifestazioni che passeranno sulle strade che portano proprio al Santuario.
“Il Santuario del Perello – si legge nella lettera di don Matteo Bettazzoli, rettore e don Roberto Falconi – ha come possibili vie d’accesso carrabili solamente due strade: quella proveniente da Sambusita e quella da Selvino/Salmezza. Il suo periodo di apertura va dal lunedì dopo Pasqua fino al 1 novembre, Solennità di Tutti Santi.
Ora su queste vie d’accesso al Santuario o collegate ad esse si svolgeranno in ordine cronologico il rally delle Prealpi Orobiche (22-23 aprile), la BGY Airport Granfondo (14 maggio) e il Giro d’Italia (21 maggio). Ciò comporterà, come nel passato, la chiusura totale o parziale del Santuario nelle giornate del sabato e delle domeniche interessate dal passaggio delle diverse gare perché queste due uniche vie d’accesso saranno totalmente o parzialmente precluse al traffico durante lo svolgersi delle manifestazioni”.
“Il Santuario è aperto per 31 festività – sottolineano i due parroci – la chiusura forzata causata dalle tre manifestazioni ammonta quindi al 10% del totale […] Se ci decurtassero il 10% della nostra retribuzione o pensione subito ci alzerebbero giuste recriminazioni”.
Dal Santuario viene riconosciuto il valore delle tre manifestazioni e la ricaduta sul territorio, ma “nello stesso tempo vorremmo attirare l’attenzione sul Santuario che, a causa della sua particolare collocazione geografica, risulta particolarmente danneggiato. Più che il Santuario, diremmo, i pellegrini si ritrovano a vivere questo disagio, soprattutto in concomitanza con il mese di maggio che tradizionalmente è dedicato proprio alla devozione mariana.
Il nostro desiderio – conclude la lettera – è che nel futuro si tenga maggiormente conto anche di questa realtà e nel presente ci piacerebbe ricevere una chiamata da parte degli organizzatori per riflettere su come nei prossimi anni il Santuario non risulti essere così penalizzato”.
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Sono d’accordo su quanto detto da don Matteo Bettazzoli. Non si può privare un luogo sacro e di pellegrinaggio alla visita dei numerosi fedeli che frequentano il santuario. E poi dobbiamo smetterla di inondare le montagne di attività sportive e pseudo sportive a scapito della natura e del depauperamento di luoghi cosi fragili e delicati come i luoghi di culto, i boschi e le montagne, per attività che potrebbero esse fatte altrove, e che portano interessi solo a pochi con fini non del tutto chiari e leciti……
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Francamente, pur vivendo a Bergamo, non conoscevo il santuario in oggetto fino a quando non ci sono passate delle manifestazioni sportive: quindi ben vengano anch’esse per far riscoprire il territorio, però SOLO quando sono fatte da gente che pedala o corre a piedi. Invece per quanto riguarda il famigerato Rally, il vero problema non è tanto l’impedimento temporaneo per i fedeli di accesso al santuario, ma i rumori, la puzza e tutto il contorno dei tifosi “gasati” che a loro volta smanettano per emulare i loro beniamini piloti. Per non parlare poi del “tritacarne” di quelli che vanno a sbattere o a ribaltarsi con i loro veicoli in folle corsa. Sono gesta “eroiche” di altri tempi.
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Sono perfettamente d’accordo con quanto espresso dai due sacerdoti relativo alla penalizzazione che dovranno subire i pellegrini che si recano al Santuario del Perello in concomitanza con le varie gare che si svolgeranno a breve in questa zona…..