“Di fronte al calo numerico delle imprese guidate da giovani, le istituzioni sono chiamate ad incentivare il dinamismo delle nuove leve per rivitalizzare le aree rurali mediante la costituzione e il consolidamento di imprese che si mostrano mediamente più dinamiche ed efficienti rispetto a quelle condotte da titolari over 40″.
Lo afferma il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo, facendo riferimento ai dati offerti da ISMEA con la recente pubblicazione dell’ultimo Rapporto Giovani e Agricoltura.
Nello studio diffuso dall’Istituto di Servizi per il mercato agricolo e alimentare si evidenzia che le aziende agricole italiane condotte da giovani agricoltori con meno di 35 anni sono il 7,5% del totale, ma concorrono alla formazione del 15% della ricchezza complessiva del settore primario. Se si considerano inoltre i giovani fino a 40 anni, la percentuale è del 9,3% a livello nazionale.
“Il rapporto dell’ISMEA ha messo in evidenza come lo scarso ricambio generazionale sia un problema che accomuna tutti i settori economici e non solo l’agricoltura – sottolinea Leonardo Bolis, presidente di Confai Bergamo e Lombardia, aderenti a CAI Agromec -. In un quadro che presenta alcuni elementi di preoccupazione, un dato positivo è che in Lombardia i giovani attivi in agricoltura sono oltre l”11% del totale degli addetti, un valore che colloca la regione al di sopra della media nazionale, facendo ben sperare in vista di un’agricoltura legata a prospettive di innovazione e sostenibilità”.