Un albero di luci alto 120 metri e largo 70 (record d’Italia?) sulla falesia di Cornalba, realizzato da alcuni volontari dopo aver liberato le piante alla base della parete sud per facilitare gli interventi del Soccorso alpino. Un’iniziativa che non è piaciuta ad alcuni arrampicatori, che hanno espresso sui social il proprio dissenso e intasato di e-mail (“mailbombing” in gergo) gli uffici comunali. L’accesso alla falesia è ora ovviamente interdetto fino al dieci gennaio.
“Alla falesia – spiega il sindaco di Cornalba, Luca Vistalli – alcuni volontari hanno tagliato delle piante per pulire la base della parete Sud e per facilitare gli interventi da parte dell’elisoccorso e consentire al Soccorso alpino, qualora intervenisse, di utilizzare al meglio il verricello. Allora ne abbiamo approfittato per installare questo albero di Natale su tutta la parete che si affaccia sul nostro paese. L’idea dell’albero è venuta successivamente. Tuttavia alcuni scalatori hanno iniziato a lamentarsi del fatto che avessimo tagliato alcune piante. Ma è una cosa che andava fatta e, ripeto, non lo abbiamo fatto per fare spazio all’albero finto”.
Ma qualcuno è andato anche oltre, spiega il primo cittadino: “Sono state rotte alcune luminarie dell’albero di Natale, e in Comune sono arrivati insulti e lettere minatorie. Adesso mi muoverò denunciando alla Polizia Postale perché queste persone stanno iniziando a dare un po’ di fastidio”. E sul record di albero di Natale più alto d’Italia: “In realtà noi non ci avevamo pensato – spiega il sindaco – ma ora ci informiamo per capire se possiamo ottenere questo record”.
Tra gli scalatori ad esprimere disaccordo anche Dario Eynard, alpinista bergamasco 24enne, diventato molto popolare due anni fa per essere salito in solitaria invernale sulla parete nord della Presolana: “Alla base della falesia sono stati disboscati diversi alberi veri per fare spazio alla base dell’albero finto. La comunità di arrampicatori, e non solo, che vive quotidianamente quei posti si è subito attivata per fare sentire la propria voce.
Il problema non è tanto relativo all’accesso alle falesia, per un mese possiamo farne anche a meno… ma l’idea sbagliata che il Comune ha di sviluppo del territorio. Ha disboscato alberi che la comunità di arrampicatori sfruttava da quasi 50 anni per coprire la base della falesia con l’obbiettivo di installare un albero della durata effimera di tre settimane. È la classica rincorsa ai record inutili di cui la comunità non sente il bisogno – prosegue Eynard -. Infine ci vedo anche una mancanza di rispetto per quello che Cornalba rappresenta agli scalatori. Un atto del genere sarebbe stato sbagliato ovunque, ma in quel contesto ancora di più considerando che si tratta di una delle falesie più importanti della storia dell’Arrampicata Sportiva Italiana”.
Presente anche la voce di scalatori che aprono, invece, ad un’altra prospettiva: “Siamo quelli che riempiono di buchi una parete per martellarci dentro pezzi di acciaio che rimarranno lì per sempre, siamo quelli che lasciamo immondizia in giro, mozziconi di sigaretta nei buchi, quelli che non scavano una buca per gli escrementi manco a pagarli perché è troppa fatica, quelli che per primi disboscano e disgaggiano, quelli che invadono l’habitat naturale dei volatili sbattendosene anche dei periodi di divieto […] E tutto questo per cosa? Per appagare il proprio ego, non di certo per la natura. Quindi, i primi violentatori di Cornalba siamo noi, che ci lamentiamo per 3 settimane di chiusura di una falesia che forse, per la prima volta da quando è nata, potrà tirare un profondo respiro e lavare un po’ via i segni delle ferite che le abbiamo tutti lasciato. L’11 gennaio dell’albero di Natale non vi sarà più traccia, mentre i segni del “vandalismo” che abbiamo compiuto sulla montagna in qualità di scalatori, saranno lì per sempre”.
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Scusate, non si capisce:
“Allora ne abbiamo approfittato per installare questo albero di Natale su tutta la parete che si affaccia sul nostro paese. L’idea dell’albero è venuta successivamente”.-
Invece è piuttosto chiaro.
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