Un libro in braille per bambini non vedenti come tesi di laurea. Un avvenimento unico, che vede protagonista una studentessa di San Pellegrino Terme.
Nei giorni scorsi, all’Accademia Belle Arti “SantaGiulia” di Brescia, Silvia Baroni, 23enne, ha infatti esposto davanti alla commissione d’esame la sua tesi dal titolo “Approccio innovativo alla lettura per bambini con disabilità visive: le mie prime lettere Braille”. La giovane ha presentato un libro tattile illustrato per bambini non vedenti, ma condivisibile anche con chi vede, creato interamente da zero ed unico nel suo genere.
“La creazione del libro parte da un’idea molto precisa: creare un libro tattile illustrato a partire da zero piacevole e interessante per i bambini non vedenti, ma condivisibile anche con i vedenti per stimolare l’inclusività nel gruppo classe. La tesi parte dall’osservazione della significativa scarsità di libri disponibili sul mercato creati appositamente per bambini ciechi. I più idonei sono i libri tattili illustrati: volumi che uniscono testo in Braille con illustrazioni in rilievo da esplorare con le mani” – racconta Silvia.
Per quanto riguarda la scelta del tema, l’obbiettivo era quello di individuare un argomento che suscitasse curiosità e interesse integrando gioco e apprendimento. In particolare, si valuta come la narrazione, unita ad un’esperienza sensoriale, possa facilitare l’apprendimento del Braille trasformando quei piccoli puntini prima nell’elemento chiave del racconto ed in seguito un prezioso strumento di accesso alla conoscenza del bambino. Il libro si rivolge a bambini da 6 anni in su, età in cui i non vedenti iniziano ad impare il Braille. La progettazione della tesi è iniziata con l’analisi delle modalità utilizzate dal “Centro non vedenti” di Brescia in merito all’insegnamento delle lettere in Braille: “L’ideazione della tesi e del libro è cominciata verso ottobre 2024 con la fase ideativa, mentre la realizzazione ha richiesto diversi mesi di lavoro poiché ogni dettaglio è stato curato a mano per garantire un’esperienza il più possibile accessibile ai bambini ciechi” – prosegue.
Successivamente sono stati ripensati i metodi tradizionali per l’apprendimento del Braille, creando uno strumento che favorisse l’acquisizione delle lettere attraverso il gioco e la scoperta di alcuni animali. A questi ultimi sono state accostate prime 10 lettere dell’alfabeto, dalla A alla J: ad esempio la “A” scritta con un solo puntino in Braille ecco che diventa un’ape da scoprire col tatto. Il libro presenta illustrazioni tattili su 2 livelli con alette apribili; ad aletta chiusa il bambino esplora la texture dell’animale e lo riconosce, una volta aperta resta la lettera in puro Braille. Le altre illustrazioni non in rilievo, invece, arricchiscono il libro rendendolo piacevole da vedere anche a soggetti ipovedenti o vedenti.
“Tutti i libri tattili illustrati necessitano l’accostamento di testo in Braille e del corrispondente in nero, così da essere fruibile anche per i bambini vedenti o per gli adulti che glielo stanno leggendo. Il bambino non vedente, anche se non conosce ancora tutto l’alfabeto Braille per poter comprendere interamente quanto scritto, tramite l’aiuto di un adulto o del genitore inizia a capire come saranno i testi ideati appositamente per lui” – continua.

Fondamentale per la creazione di un libro tattile è la scelta di materiali idonei, in particolare dove ogni animale è realizzato con un materiale specifico. Ne sono un esempio le squame del coccodrillo che sono state create all’interno del libro con una simil pelle effetto pitonato.
“È risultato stimolante e necessario confrontarmi con esperti dell’educazione di bambini non vedenti i cui preziosi consigli, uniti ai racconti di alcuni genitori con figli ciechi, hanno reso il libro sempre più idoneo ai fruitori fornendo al tempo stesso chiavi di lettura e spunti per la progettazione. Da persona vedente è stato utile immedesimarmi nei futuri lettori cancellando le mie conoscenze maturate con la vista negli anni per comprendere le conoscenze di un bambino cieco dalla nascita” – prosegue.
Diverse le sfide per la realizzazione del libro, spiega Baroni: “Imparare a scrivere manualmente in Braille con un punteruolo, costruire a mano il libro completamente da zero ed ideare la filastrocca che costituisce il cuore del racconto”. La giovane, per superare queste insidie, non si è arresa ma si è messa in gioco completamente. L’efficacia del libro è stata testata dapprima con alcune tiflologhe (dottoresse esperte nell’educazione di bambini con deficit visivi) con due cuginetti di Silvia che, seppur vedenti, hanno scoperto piacevolmente il libro.
“Il settore dei libri tattili al momento resta piuttosto di nicchia, ma continua ad affascinarmi. Quindi, mi piacerebbe continuare ad approfondire questo settore a partire da un’eventuale pubblicazione del mio primo libro realizzato per la tesi. Con il miglioramento delle tecniche di stampa, è auspicabile una maggiore diffusione di questa tipologia di libri per raggiungere un numero sempre più elevato di bambini e adulti con disabilità visive. Grazie a questo progetto in particolare ho maturato maggiore consapevolezza sull’importanza dell’inclusione, scoprendo come la progettazione di libri tattili non si limiti solo all’aspetto tecnico ma richieda anche empatia per renderli accessibili a tutti.” – conclude Baroni.
