L'Ospedale di San Giovanni Bianco ancora sotto i riflettori. Dopo la dura risposta da parte del sindacato ANAAO-ASSOME dell'ASST Papa Giovanni XXIII nella persona di Anna Paola Callegaro, segretario aziendale, definita “sconcertante e vergognosa” in un post sulla pagina Facebook ufficiale del Comune di San Pellegrino Terme, restano forti le argomentazioni che hanno spinto i sindaci della Comunità Montana Valle Brembana ad approvare all'unanimità, durante l'assemblea della Comunità Montana di ieri, 13 ottobre, una mozione a tutela del Presidio Ospedaliero brembano.
Cosa contiene la mozione? – Si chiede, in primo luogo, la tutela del diritto alla salute dei cittadini della Valle Brembana, attraverso l'immediata adozione di provvedimenti ed il ripristino di alcuni servizi e Reparti fondamentali in un Presidio Ospedaliero di base quale è – secondo la vigente normativa (DM 70/2015) – quello di San Giovanni Bianco. La posizione ben marcata dei sindaci fa luce, infatti, su una serie di “riduzioni ed impoverimento delle attività e servizi erogati” di un ospedale che di fatto funziona per sole 9 ore giornaliere, dal lunedì al venerdì e dalle 8:30 alle 17:30, con interventi di Ortopedia e Chirurgia garantiti solo se programmati ed esclusivamente in giorni feriali.
E a poco serve la giustifica della Dirigenza dell'Asst. Papa Giovanni, che ha sottolineato come “nelle ore serali e notturne e durante il fine settimana, il servizio con particolare riguardo alla reperibilità per chirurgia ed ortopedia viene garantito dal personale presente al PG23”, perché per i sindaci altri non è che “in evidente e stridente contrasto con quanto illustrato e con le norme, una inaccettabile beffa e solenne presa in giro per tutti i cittadini della Valle Brembana”.
I numeri dell'Ospedale e le richieste dei sindaci – Nella mozione vengono snocciolati anche alcuni numeri che mostrato un preoccupante ridimensionamento dell'Ospedale: i posti letto sono passati in pochi anni da 130 a 68, mentre l'organico dei medici e primari è pericolosamente crollato, rispettivamente, da 37 a 20 e da 8 ad 1 soltanto. Poi ci sono le attività ambulatoriali, prontamente elencate come garantite ma senza alcuna indicazione sulle ore settimanali, seguite dai “tempi biblici di attesa” per l'erogazione di tali attività, lamentati anche dalla popolazione stessa, che obbliga alla fine a rivolgersi sempre a strutture sanitarie private, spesso su indicazione dei medici stessi.
Insomma, un “quadro inquietante” del crescente ridimensionamento ed impoverimento dell'unico Presidio vallare, importante risorsa durante l'emergenza Covid ed ora quasi dimenticato, che ha spinto i sindaci ad avanzare una serie di concise richieste a partire dalla riapertura del Reparto di Pediatria – temporaneamente chiuso durante l'emergenza sanitaria – e l'erogazione delle sopracitate attività ambulatoriali effettivamente dichiarate, con indicazione trasparente circa gli orari.
Si chiede, inoltre, anche il ripristino h24 dell'automedica a supporto delle ambulanze non medicalizzate – anch'essa “tagliata” durante l'emergenza e parzialmente riattivata dopo le proteste dei cittadini –, la riapertura del servizio di Fisioterapia presso il Poliambulatorio di Zogno e la verifica dei tempi di attesa al Pronto Soccorso. Nella mozione si citano anche problemi “vecchi” mai risolti, come l'annosa questione del trasporto dei pazienti dializzati e la definizione della problematica riguardante la chiusura delle comunità psichiatriche. Si è chiesto il ripristino del tavolo di lavoro e confronto ogni 3 mesi, prontamente accolto anche da Asst.
Gli Amministratori si rivolgono poi anche ad ATS, chiedendo di effettuare una più stringente attività di verifica e controllo e di effettuare gli screening mammografici per tutte le donne della Valle Brembana oltre i 45 anni presso il Presidio Ospedaliero di San Giovanni Bianco e non più a Ponte San Pietro per quelle donne che vivono in bassa valle, dal Comune di Zogno in giù.
Altrimenti? La mozione è chiara: “in caso di ulteriore inerzia, relativamente alle violazioni di legge ravvisabili nell'attuale modalità di erogazione – si legge – segnalerà tali fatti alle competenti Autorità per l'accertamento delle medesime violazioni che si ritiene configurino l'ipotesi di 'interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità e/o l'omissione di atti d'ufficio'”.
(Fonte immagine in evidenza: L'Eco di Bergamo)