Mancano ancora 3 milioni di euro all'appello, oltre ai 2,9 già previsti, per il completamento della progettazione definitiva del terzo lotto Paladina-Sedrina della Tangenziale Sud di Bergamo, ormai fermo da più di un anno. E Anas – che dalla mezzanotte di lunedì 3 maggio ha accolto sotto la propria responsabilità anche la (ormai ex) provinciale 470 della Val Brembana – non sembra avere intenzione di erogare le risorse necessarie.
È quanto si apprende dalla lettera che l'ente statale ha inviato alla Provincia, in seguito alla visita a Roma del residente Gianfranco Gafforelli e del Consigliere Provinciale alle Infrastrutture Mauro Bonomelli nella quale si era parlato anche di 1,8 milioni necessari per il completamento del secondo lotto (ora in corso di realizzazione) da Treviolo a Paladina.
Una doccia fredda per gli uffici di Via Tasso: la progettazione definitiva – ferma da più di un anno – manca infatti di alcuni elementi fondamentali per una regolare approvazione in conferenza dei servizi, come uno studio archeologico, approfondimenti geologici e sviluppo di strutture. Perciò la direzione che la Provincia sembrerebbe voler imboccare vede l'approvazione di un progetto definitivo incompleto, che verrà trasmesso direttamente ad Anas.
“Colgo con grande dispiacere questa notizia, che evidentemente porta con sé il fatto che Anas non abbia compreso la rilevanza di quest'opera – dichiara Demis Todeschini, Consigliere provinciale –, venendo meno a promesse che aveva già espresso in passato. Intanto di tempo se ne continua a perdere e queste risorse avrebbero dovuto già essere a disponibilità della Provincia a seguito dell'approvazione dell'atto integrativo”.
Quella del terzo lotto della Tangenziale Sud è una storia travagliata, lunga più di 15 anni: diversi sono stati, infatti, i rinvii, gli investimenti monetari ed i solleciti. L'opera è divisa in tre lotti: il primo riguarda il tratto da Zanica a Stezzano, realizzato da Anas e aperto al traffico nel 2015, il secondo da Treviolo a Paladina, i cui lavori sono attualmente in corso a cura della Provincia, ed infine il terzo, la Paladina – Villa d'Almè, la cui progettazione definitiva a cura della Provincia si trova in fase di definizione.
Tuttavia, a mancare sono proprio i finanziamenti per questo ultimo lotto, che si sviluppa per circa 6,3 chilometri, dallo svincolo di Valbrembo a quello di Villa d'Almè nord – verso Botta di Sedrina, dove si raccorderebbe con il viadotto già esistente. Nel 2017, Regione Lombardia, Anas Spa e Provincia hanno ribadito che la realizzazione dell'opera è prioritaria, confermando l'impegno al finanziamento della progettazione definitiva, presentata il 12 febbraio 2020 dai tecnici della Pro Iter (società incaricata dalla Provincia), che hanno stimato un primo progetto in via non ancora definitiva, dal costo di realizzazione pari a oltre 420 milioni di euro: una stima decisamente lievitata rispetto ai 90 milioni previsti inizialmente nel 2006.
Alla luce della nuova cifra di realizzazione si è così raddoppiata anche quella per completare lo studio definitivo, sommando ai 2,9 milioni di euro già previsti anche ulteriori 3 milioni che – per ora – mancano. Una situazione di stallo, dunque, poco tollerata dagli Amministratori locali: in particolare dai sindaci di San Pellegrino Terme e Olmo al Brembo Vittorio Milesi e Carmelo Goglio e dal vicesindaco di Zogno, Giuliano Ghisalberti, che nei mesi scorsi hanno avanzato una mozione proponendo di destinare i fondi che il BIM versa annualmente ai 37 Comuni brembani – si parla di circa 1-2 milioni di euro – per finanziare (almeno in parte) il completamento della progettazione definitiva. A condizione che sia pronta entro sei mesi.
“Ho già informato i parlamentari di Fratelli d'Italia per prendere in considerazione la situazione e fare in modo che venga fatta presente anche della rilevanza politica, visto che l'Anas dipende dal Governo. La strada è già passata sotto responsabilità di Anas e quindi oggi più che mai deve preoccuparsene in maniera più importante e non di riflesso, come purtroppo sotto certi aspetti ha avuto, ma direttamente – conclude Todeschini – Anche la Provincia non può, con la scusa che la proprietà non è più sua, lavarsene le mani. Anzi: bisogna rilanciare l'azione politica e fare in modo che questa opera veda finalizzato il progetto e veda finalmente la luce. Senza fare la caccia alle streghe, con dispiacere ho notato che in tanti anni che si lavora su quest'opera, il focus ancora non c'è. Va rilanciata l'azione politica, motivo per il quale i miei referenti politici parlamentari sono stati oggetto di una mia missiva in tal senso”.