Un libro della memoria che racconta per immagini, documenti e testimonianze uno dei momenti più tragici, se non il più funesto, della storia della Valle Brembana. Si tratta della grande alluvione del 18 luglio 1987. La titolazione dell’opera resa con “La furia del Brembo” dà l’idea di quel dramma. Il bilancio fu di cinque morti (Romeo Cortinovis, Barbara Orlando, Angelo Salvetti, Marco Tamburini e Paola Tornaghi) e la valle isolata e piegata da un abnorme flusso d’acqua.
Il meteorologo Roberto Regazzoni ci dice 243 mm d’acqua caduti tra il mezzogiorno e le quattordici. E’ trascorso un trentennio e il Centro Storico Culturale Valle Brembana “Felice Riceputi” (con la collaborazione della Comunità Montana Valle Brembana e il patrocinio di diciotto Comuni) ha inteso ripercorrere quel dramma attraverso un volume che è un antidoto alla tentazione di assecondare l’oblio storico locale. L’operazione editoriale messa in campo da Tarcisio Bottani è stata accolta con grande ammirazione tanto che la prima presentazione ufficiale (venerdì sera nella biblioteca di Piazza Brembana) è stata così partecipata che il centinaio di posti a sedere non sono bastati.
Sono intervenuti il sindaco di Piazza Brembana, Geremia Arizzi, il vice presidente della Comunità Montana Valle Brembana, Giovanni Fattori, e l’ex sindaco di Zogno, Diego Ceroni che allora all’interno della stazione dei Carabinieri di Zogno faceva da ponte comunicativo tra la Prefettura e l’alta Valle. Storici in suoi voli in elicottero per documentare con immagini dall’alto quanto successo e avere così una panoramica reale dei danni.
Il numeroso pubblico durante la presentazione
Insieme hanno ricordato come la tragedia abbia rinsaldato lo spirito di solidarietà della Valle e dato avvio alla costituzione di un nucleo di Protezione Civile che oggi conta 400 volontari. Una squadra coordinata capace di prevedere, informare e intervenire tempestivamente qualora un fenomeno simile si ripresentasse. Alla stesura della pagine, oltre a Tarcisio Bottani, hanno dato il loro apporto, con un lavoro certosino di ricerca e ascolto, Simona Gentili, Giacomo Calvi, Erika Lovatelli, Mara Milesi, Marco Mosca, Denis Pianetti e GianMario Arizzi.
“Il libro – si scrive nell’introduzione – vuole essere un agile strumento di consultazione basato sulla ricostruzione sintetica dei fenomeni e sulla presentazione di documenti, ricordi e testimonianze, oltre che di un gran numero di immagini, in parte inedite, in grado di costituire un efficace punto di riferimento per acquisire la consapevolezza di quanto accadde in quella tragica giornata”.
Il libro è anche un accorato appello a non dimenticare la Valle colpita duramente in questi anni da un’altra ondata anomala: quella della crisi. Anni in cui si è assistito allo smantellamento di alcuni storici insediamenti produttivi, alla chiusura di attività artigianali e commerciali e al ridimensionamento di strutture pubbliche determinando un depauperamento del tessuto lavorativo e innescando una diaspora montana. “Oggi – si legge – le grandi speranze suscitate dagli interventi per la ricostruzione appaiono lontane (Legge Valtellina, ndr.) e in Valle sembra prevalere un sentimento di rassegnazione che andrebbe contrastato con il comune impegno dei cittadini e degli amministratori per salvare quello che è stato conquistato negli anni e costruire nuovi progetti”.
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