Il Coro CAI Valle Imagna “Amici della Combricola” riporta a Sant’Omobono Terme alcuni canti antichi durante un evento in programma il Venerdì Santo (il venerdì che precede la Pasqua, quest’anno domenica 31 marzo), ovvero venerdì 29 marzo.
Con partenza dalle ore 20.30 dalla chiesa parrocchiale di Sant’Omobono (Mazzoleni) va in scena l’Actio Liturgica in Passione Domini animata dal Coro CAI Valle Imagna con musiche di Dionisi, Pigarelli, Gambarini, Sessantini, Perosi e Manini.
“Don Guido, parroco di Mazzoleni, ci ha chiesto di partecipare – spiega Filippo Manini, direttore del Coro –. Io ho accettato, ma con la possibilità di ripristinare alcuni canti a Mazzoleni. Durante la serata ci saranno tre momenti: lettura della Passione, adorazione della Croce e la processione del Cristo morto, che non è proprio una Via Crucis. Abbiamo unito due momenti che si vivevano molti anni fa: l’adorazione della Croce al pomeriggio e la Via Crucis la sera.
Durante la processione, senza soste (partenza dalla Piazza poi si costeggerà il campo fino ad arrivare a Ca’ Mondora, poi ritorno) – prosegue Manini – proporremo dei brani e canteremo lo Stabat Mater, che si cantava anni fa nella Via Crucis del Venerdì Santo il coro di Mazzoleni e che io ho riarmonizzato. Un brano che si era perso e vogliamo riportare in auge.
L’intento è di andare a ripristinare quel tipo di suono non per semplice azione nostalgica, ma perché noi veniamo da quelle radici sonore, che ci permettono quindi di collegarci con la tradizione e mantenere un legame continuo con la storia del nostro paese. Questa è anche l’essenza del nostro coro.
Farà la sua comparsa anche il Miserere di Perosi, che si cantava a Mazzoleni durante la processione del giorno dei Santi e dei Morti, e voglio riproporre il Venerdì Santo perché esiste un’antichissima tradizione che vuole questo canto durante i giorni della Passione. Ci saranno anche brani meditativi di tradizione sacra bergamasca (Adoramus te Christe di Guido Gambarini, Popolo Mio di Gilberto Sessantini) e non (Vieni dolce morte di Renato Dionisi)”.