Mercoledì 18 settembre, ore 11.00, inaugurazione della rinnovata caserma dei Vigili del fuoco a Zogno, di proprietà della Comunità Montana Valle Brembana, oggetto di un intervento di adeguamento sismico, efficientamento energetico, pannelli fotovoltaici sulla copertura, adeguamento degli impianti elettrici e posa dei nuovi portoni sezionali. Il tutto per un investimento totale di circa 600 mila euro ottenuto grazie all’impegno dell’allora presidente della Comunità Montana Jonathan Lobati.
“Ai tempi in cui ero presidente delle Comunità Montana Valle Brembana – dichiara Jonathan Lobati, oggi consigliere regionale – mi sono speso molto per chiudere questo progetto e raccogliere i fondi necessari. Sono molto felice del suo completamento, che rende più efficiente un edificio che ormai sentiva il peso degli anni e che permetterà ai nostri Vigli del fuoco di lavorare al meglio”
Il distaccamento di Zogno esiste da 30 anni e copre 65 Comuni delle valli Brembana e Imagna. È la “casa” di 28 vigili del fuoco che effettuano circa mille interventi all’anno. Alla cerimonia di mercoledì la caserma sarà intitolata ad Enio Salvi, pompiere di Stabello di Zogno morto a 44 anni cadendo dal tetto di una villetta il 15 marzo del 2006, a Sedrina, mentre era impegnato a spegnere un incendio.
Saranno presenti i vertici nazionali dei Vigili del fuoco, il direttore regionale Fabrizio Piccinni, il comandante provinciale Vincenzo Giordano e il Vescovo Francesco Beschi, che benedirà la targa commemorativa che “darà” il nome alla struttura rinnovata.
Vigile del Fuoco esperto del distaccamento di Zogno – si legge sull’albo d’onore dei Vigili del fuoco di Bergamo – il 15 marzo 2006, durante un intervento di soccorso per incendio di una abitazione nel comune di Sedrina, Enio Salvi moriva per le lesioni riportate a seguito della caduta dalla copertura dell’edificio.
Il 27 aprile 2006 gli è stata conferita la medaglia d’oro al merito civile alla memoria con la seguente motivazione: Con pronta determinazione, encomiabile spirito di iniziativa e consapevole rischio personale interveniva nello spegnimento di un incendio che interessava la copertura di un’abitazione, prodigandosi alacremente per evitarne la propagazione e scongiurare così ulteriori gravi conseguenze. Nel generoso tentativo precipitava rovinosamente al suolo, sacrificando la vita ai più nobili ideali di abnegazione e spirito di servizio.